L'orso bruno (Ursus arctos Linnaeus, )

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  1. ;Alaska
     
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    L'orso bruno (Ursus arctos Linnaeus, 1758) è un mammifero carnivoro della famiglia degli Ursidi, diffuso in gran parte dell'Eurasia settentrionale e del Nordamerica. Pesa tra i 130 ed i 700 kg ed i suoi membri più grossi contendono all'orso polare il titolo di carnivoro terrestre più grande del mondo. Nonostante l'areale dell'orso bruno si sia ristretto ed in alcuni luoghi si sia addirittura estinto, con una popolazione totale di circa 200.000 esemplari continua ad essere valutato come una specie a basso rischio. I Paesi che comprendono la maggior parte del suo areale sono la Russia, gli Stati Uniti (specialmente l'Alaska) ed il Canada.

    Questa specie si nutre principalmente di materiale vegetale, tra cui radici e funghi. I pesci costituiscono la loro fonte primaria di carne, anche se sulla terraferma possono uccidere piccoli mammiferi. Catturano occasionalmente anche mammiferi più grandi, come i cervi. Gli orsi bruni adulti non hanno timore di scontrarsi con altri predatori, dal momento che possono competere da soli con branchi di lupi e grandi felini, scacciandoli spesso dalle prede che questi ultimi hanno ucciso.





    Vi è un po' di discussione riguardo alla classificazione degli orsi bruni. Alcuni sistematici hanno individuato circa 90 sottospecie, mentre le recenti analisi del DNA hanno identificato non più di cinque cladi diversi

    Distribuzione ed habitat



    Vi sono al mondo circa 200.000 orsi bruni. Le popolazioni più numerose si trovano in Russia, con 120.000 esemplari, negli Stati Uniti con 32.500 ed in Canada con 21.750. Il 95% della popolazione di orsi bruni degli Stati Uniti vive in Alaska, sebbene si stia ripopolando lentamente ma costantemente anche il West, lungo le Montagne Rocciose e le pianure. Sebbene molti si ostinino a credere che alcuni orsi bruni possano essere presenti in Messico e sui monti dell'Atlante, in Marocco, entrambe queste popolazioni sono quasi certamente estinte. L'ultimo orso bruno messicano venne ucciso nel 1960. In Europa, vi sono 14.000 orsi bruni suddivisi in dieci popolazioni frammentate, dalla Spagna ad ovest, fino alla Russia ad est, e dalla Scandinavia a nord fino alla Romania ed alla Bulgaria a sud. Sono estinti nelle isole britanniche, estremamente minacciati in Francia e Spagna e in pericolo nella maggior parte dell'Europa centrale. L'orso bruno è l'animale nazionale della Finlandia. La popolazione carpatica di orso bruno è la più numerosa d'Europa, esclusa la Russia, e si stima che comprenda tra i 4500 ed i 5000 orsi.

    Gli orsi bruni erano un tempo originari dell'Asia, dei monti dell'Atlante, in Africa, dell'Europa e del Nordamerica[4], ma in alcune aree sono attualmente estinti e in altre aree le loro popolazioni sono notevolmente diminuite. Preferiscono i luoghi semi-aperti e vivono solitamente in aree montuose.


    In Nordamerica, gli orsi bruni vivono soprattutto in Alaska, ma il loro areale si spinge anche verso est, attraverso lo Yukon ed i Territori del Nordovest, e verso sud, attraverso la Columbia Britannica e la metà occidentale dell'Alberta. Popolazioni isolate si trovano nel Washington nordoccidentale, nell'Idaho settentrionale, nel Montana occidentale e nel Wyoming nordoccidentale.

    La popolazione di orsi bruni della catena montuosa dei Pirenei, tra Francia e Spagna, è così bassa, tra i quattordici ed i diciotto esemplari quasi tutti maschi, che nella primavera del 2006 vennero rilasciati degli orsi, soprattutto femmine, provenienti dalla Slovenia, per alleviare allo squilibrio tra i sessi e preservare la presenza della specie nell'area, nonostante le proteste degli allevatori francesi.

    Nelle regioni artiche l'habitat potenziale dell'orso bruno sta aumentando. Il riscaldamento di quelle zone ha permesso alla specie di spingersi più a nord, in quelli che erano un tempo dominio esclusivo dell'orso polare. Nelle aree non artiche la distruzione dell'habitat viene ritenuta la minaccia principale, seguita dalla caccia.

    Gli orsi bruni nordamericani sembrano preferire luoghi aperti, mentre in Eurasia vivono soprattutto in fitte foreste. Si ritiene che gli orsi eurasiatici che colonizzarono l'America fossero animali adattati alla tundra, come gli orsi bruni della penisola dei Chukchi, sulla costa asiatica dello stretto di Bering, i quali sono gli unici orsi bruni asiatici che vivono per tutto l'anno nelle tundre di pianura come i loro cugini americani[5].


    L'orso bruno in Italia

    Benché facendo riferimento ai dati più recenti ed attendibili si possa distinguere una sola sottospecie per l'Europa e l'Asia settentrionale, molti studiosi fanno ancora riferimento, per l'Italia, a due sottospecie distinte: l'orso bruno europeo (Ursus arctos arctos) e l'orso marsicano (Ursus arctos marsicanus).

    Sulle Alpi, la situazione all'inizio degli anni '90 era drammatica, poiché era presente un'unica popolazione di orsi, ridotta a non più di 2-3 individui relegati nelle Dolomiti del Brenta, che aveva superato la soglia dell’estinzione e per cui una ripresa naturale era considerata assolutamente improbabile. In questo contesto, nel 1996, ha preso avvio mediante finanziamenti Life dell’Unione Europea il Progetto Life «Ursus – tutela della popolazione di orso bruno del Brenta» promosso dal parco naturale dell'Adamello-Brenta, in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento e con l'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. Il progetto prevedeva la reintroduzione di 10 esemplari provenienti dalla Slovenia poiché, grazie a studi preventivamente effettuati, si era appurato che quello fosse il numero di animali necessario per arrivare ad avere, nel giro di circa 30 anni, una popolazione minima vitale di circa 40-60 individui. Il progetto ha certamente avuto successo poiché gli esemplari si sono ben adattati al nuovo territorio di vita e la popolazione è caratterizzata da un'espansione sia numerica (circa 25 individui nel 2007, grazie a 13 eventi riproduttivi accertati tra il 2002 e il 2007) che territoriale.

    In Abruzzo è presente una popolazione isolata (da alcuni considerata sottospecie), l'orso bruno marsicano, di cui rimangono solo circa 50-80 esemplari: attualmente pare che la popolazione sia in espansione e si sia irradiata anche in Lazio e Molise[6].



    Descrizione



    Dimensioni

    Il range abituale delle dimensioni di un orso bruno è una lunghezza testa-corpo tra gli 1,7 ed i 2,8 m ed un'altezza al garrese tra i 90 ed i 150 cm. La sottospecie più piccola è l'orso bruno siriano, le cui femmine mature pesano meno di 150 kg. Le sottospecie più grandi di orso bruno sono l'orso kodiak e gli orsi della Russia costiera e dell'Alaska. Non è insolito per i grossi maschi di orso kodiak superare i 4 m di altezza ritti sulle zampe posteriori e pesare intorno ai 680 kg. Il più grosso orso kodiak selvatico il cui peso è stato registrato superava i 1100 chilogrammi[7]. Gli orsi che vivono negli zoo sono spesso più pesanti di quelli selvatici, dal momento che ricevono un'alimentazione regolare e compiono movimenti limitati. Negli zoo, gli orsi possono raggiungere i 900 chilogrammi, come «Goliath» dello Space Farms Zoo and Museum del New Jersey. Le dimensioni sembrano connesse alla disponibilità di cibo e le varie sottospecie si distinguono fra loro più in base alla nutrizione che alla distribuzione geografica[8]. La coda è lunga 10-12 cm[7]. I maschi sono più grandi delle femmine del 38-50%[7].



    ASPETTO



    Gli orsi bruni hanno folti mantelli di colore biondo, bruno, nero, o formati da un misto di questi colori. I peli di guardia esterni dell'orso bruno hanno spesso la punta bianca o argentata, dando a questi animali un aspetto «brizzolato» (in inglese grizzled, da cui deriva grizzly). Come tutti gli orsi, gli orsi bruni sono plantigradi e possono stare ritti sulle zampe posteriori per periodi di tempo abbastanza lunghi. Gli orsi bruni hanno una grossa gobba di muscolo sulle spalle che li distingue dalle altre specie[9]. Gli arti anteriori terminano con zampe munite di artigli lunghi fino a 15 cm che vengono utilizzati soprattutto per scavare. Gli artigli dell'orso bruno non sono retrattili ed hanno punte relativamente smussate. La testa è larga ed arrotondata con un profilo facciale concavo, caratteristica che viene usata per distinguerlo da altri orsi.



    Abitudini

    L'orso bruno è un animale prevalentemente notturno e solitario, sebbene nei luoghi dove c'è maggiore disponibilità di cibo possano riunirsi molti esemplari, i quali formano delle gerarchie sociali in base all'età e alle dimensioni[10].. Durante l'inverno, cade in letargo: per tale motivo, durante l'estate, immagazzina più di 180 kg di grasso, che gli servono per sopperire al cibo che non può procurarsi, essendo in stato di torpore per diversi mesi. Sebbene non vadano completamente in ibernazione e possano svegliarsi facilmente, nei mesi invernali entrambi i sessi preferiscono ripararsi in un luogo protetto, come una grotta, un crepaccio od un grande tronco cavo.



    Alimentazione

    Questi animali sono onnivori e si nutrono di una vasta gamma di prodotti vegetali, come bacche, radici, germogli e funghi, così come di animali, come pesci, insetti e piccoli mammiferi. Nonostante la loro reputazione, la maggior parte degli orsi bruni non è particolarmente carnivora e fino al 90% della loro alimentazione è composta da materia vegetale . La struttura delle mascelle si è evoluta per adattarsi a queste abitudini alimentari, ma nonostante questo questi animali possiedono sempre i denti canini robusti ed affilati tipici dei predatori veri e propri. La loro dieta varia

    Riproduzione

    La stagione degli amori va dalla fine di maggio agli inizi di luglio. Essendo periodicamente monogami, gli orsi bruni rimangono con lo stesso partner per un periodo che varia da pochi giorni fino ad un paio di settimane. Le femmine divengono sessualmente mature ad un'età tra i 5 ed i 7 anni, mentre i maschi si accoppiano solitamente solo dopo qualche altro anno in più, quando sono abbastanza grossi e robusti da competere con successo con gli altri maschi per appropriarsi dei diritti all'accoppiamento. Tramite il processo dell'impianto ritardato, l'ovulo fecondato di una femmina si divide e vaga libero nell'utero per sei mesi. Durante il letargo invernale, il feto aderisce alla parete uterina ed i cuccioli nasceranno dopo un periodo di otto settimane, mentre la madre sta dormendo. Se la madre non ha accumulato abbastanza grasso per sopravvivere nel corso dell'inverno, l'embrione non si impianta e viene riassorbito dal corpo. Una cucciolata è composta in media da uno a quattro piccoli, solitamente da due, sebbene ci siano stati casi di orse con cinque cuccioli, anche se non è insolito per le femmine adottare piccoli altrui. Le dimensioni di una cucciolata dipendono da un certo numero di fattori, come l'età della madre, la distribuzione geografica e la disponibilità di cibo. Le femmine più vecchie tendono a mettere alla luce cucciolate più numerose. I piccoli sono ciechi, privi di denti e glabri, ed alla nascita pesano meno di 0,4 chilogrammi. Si nutrono del latte materno fino a primavera o fino agli inizi dell'estate, a seconda delle condizioni climatiche. I cuccioli, che in questo periodo pesano tra i 6,8 ed i 9 chilogrammi, sono abbastanza sviluppati da seguire la madre ed iniziare a nutrirsi di cibo solido. Rimangono con lei tra i due ed i quattro anni, durante i quali apprendono varie tecniche di sopravvivenza, come imparare quali sono i cibi che hanno valori nutrizionali più alti e dove trovarli, come cacciare, come pescare, come difendersi e dove andare in letargo. Gli orsetti imparano seguendo ed imitando le azioni della madre durante il periodo con cui rimangono con lei[18]. Gli orsi bruni praticano inoltre l'infanticidio. Un maschio adulto può uccidere i cuccioli di un altro orso per rendere la femmina sessualmente recettiva. Per questo motivo i piccoli si arrampicano sopra un albero non appena avvistano un maschio adulto.



    Rapporti con l'uomo


    Impronta di zampa anteriore.Gli orsi vengono attratti dalle fonti di cibo create dall'uomo, come le discariche di rifiuti, i bidoni della spazzatura ed i cassonetti, e si avventurano in cerca di cibo nelle abitazioni umane o nelle stalle, se queste sono situate nei pressi del loro habitat. Negli U.S.A., gli orsi talvolta uccidono e divorano animali da fattoria. Quando gli orsi cominciano ad associare le attività umane con una «fonte di cibo» si fanno più coraggiosi ed allora crescono le probabilità di incontri con l'uomo e se questi animali vengono allontanati possono di nuovo farsi vivi nello stesso luogo. Il detto «un orso nutrito è un orso morto» è entrato nell'uso quotidiano per diffondere l'idea che permettere agli orsi di rovistare tra i rifiuti umani, così come nei bidoni dell'immondizia e negli zaini dei campeggiatori, nei mangimi per animali e in altre fonti di cibo che portano l'orso ad un contatto con l'uomo, può causare la morte all'orso stesso.

    Per tenere lontani gli orsi dagli ambienti umani gli animali sono stati spostati in altre zone, ma questo non ha affrontato il problema che per l'orso l'uomo equivale ad una fonte di cibo, né ha risolto le situazioni ambientali che hanno portato l'orso ad abituarsi all'uomo. «Porre un orso in un ambiente usato da altri orsi può portare ad una competizione e a conflitti sociali, con il risultato del ferimento o della morte dell'orso meno dominante


    Minacce per la sopravvivenza

    L'orso bruno è un animale la cui presenza può entrare in conflitto con l'uomo e con le sue attività economiche, soprattutto nelle regioni densamente popolate e dove gli ambienti scelti da questo animale vanno a sovrapporsi con le aree utilizzate per l'allevamento, l'agricoltura e l'apicoltura poiché, essendo un opportunista a livello alimentare, trova comodo utilizzare queste risorse alternative di cibo. L'orso bruno non è da considerarsi un animale aggressivo e pericoloso, poiché ha solitamente un comportamento schivo e tende ad evitare il più possibile gli incontri con l'uomo. Tuttavia può capitare che alcuni esemplari di orso prendano confidenza con l'uomo e le sue attività antropiche diventando «confidenti», ma tuttavia non sono da considerarsi pericolosi in quanto generalmente non sviluppano comportamenti aggressivi. I casi di aggressione accertati sono sempre descritti come situazioni limite, spesso causati dall'uomo con l'avvicinamento ad animali feriti o intrappolati, a femmine accompagnate da piccoli, oppure disturbando orsi presso i siti di svernamento o di alimentazione, ovvero circostanze in cui l'orso vede nell'uomo un pericolo o un competitore all'accesso ad una fonte di cibo. Generalmente il comportamento scelto in caso di incontro accidentale con l'uomo è la fuga.
     
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    Orso Bruno
    Scritto da Giorgio Carrozzini
    Ursus arctos

    Il 2007 è stato un anno che ha marcato una tappa particolarmente difficile per l’orso marsicano.
    Non possiamo dimenticare le notizie della morte degli orsi per avvelenamento avvenuta…

    James Oliver Curwood scrive: “non so bene perché, ma c’è qualcosa negli orsi che induce ad amarli.”
    Si, probabilmente molti di noi sono convinti di condividere questo sentimento,davvero, tanto che a simulacro ne facciamo morbidi pupazzi per i nostri bambini. Ma l’affermazione di Curwood era solo una poetica affermazione da romanzo lo stesso romanzo che ha ispirato il film del celebre J.J. Annaud: L’orso (1988), film naturalista di marcato stampo disneyano che fu oggetto di critiche a causa delle numerose inesattezze riscontrate da animalisti e ambientalisti.

    In effetti alla luce del rischio di estinzione dell’orso bruno non possiamo dire che l’uomo si sia dimostrato così amorevole nei suoi confronti. Ai tempi di Orazio e Ovidio l’orso era frequente in tutta la penisola italiana fino al Vulture ed oltre. Anche durante il medioevo lo si poteva incontrare alle porte delle città, probabilmente per nutrirsi, come ancora fa oggi, degli scarti della presenza umana.
    Nel nostro paese, attualmente sono presenti appena due limitati nuclei di orso bruno. Il primo localizzato nell’area occidentale del Trentino, il secondo nelle aree montane del Parco Nazionale d’Abruzzo e di alcune aree circostanti.

    “Orso” è il nome comune di quei plantigradi onnivori che costituiscono la famiglia degli Ursisdi.
    Un’ampia famiglia alla quale appartengono anche il panda o l’orso dagli occhiali.

    Presentano solitamente il corpo massiccio e tozzo la cui lunghezza può variare dal metro e mezzo fino ai tre metri. Presentano una folta pelliccia di colore variabile a seconda della specie: nero, grigio, rossiccio, bianco, con o senza macchie. La testa è generalmente larga e leggermente schiacciata fra gli occhi e le orecchie che sono corte e coperte da una folta peluria. Il muso è tronco. Porta generalmente 40-42 denti. Le zampe sono robuste, anch’esse tozze terminano con cinque dita con lunghi artigli. La coda è generalmente breve. Può pesare fino a 250-300 kg e vivere a seconda delle specie fino a 50 anni. Vive in aree montuose, rocciose, sempre in prossimità dei corsi d’acqua e comunque in zone poco frequentate dall’uomo.
    Nonostante la sua andatura goffa ed apparentemente poco elegante l’orso è in grado di correre e di arrampicarsi agevolmente sugli alberi.
    La stagione degli amori va da Aprile ad Agosto, periodo nel quale si accoppia. Partorisce 4-5 cuccioli durante l’inverno, il periodo del letargo, che trascorre prevalentemente chiuso in cavità rocciose nascoste fra le montagne.

    L’orso bruno appartiene alla specie Ursus arctos di cui alcuni biologi distinguono due specie differentei Usus arctos arctos (L. 1758) (Orso bruno comune) e Ursus arctos marsicanus (Altobello, 1921) comunemente noto come Orso bruno marsicano, nome per distinguere la specie presente nell’Europa Settentrionale dalla specie autoctona dell’Appennino Centrale ormai ridotta a pochi individui. Purtroppo, dato il comportamento elusivo dell’orso bruno è assai difficile condurre dei censimenti precisi. Attualmente si stima che della razza marsicana non esistano più di cento esemplari in tutto l’arco appenninico, indice di quanto questa razza sia a rischio di estinzione.

    Generalmente l’Orso è un animale relativamente nomade, pacifico ed elusivo che per questo aggredisce mai l’uomo se non sia ferito o seriamente disturbato. Di solito, anzi, l’incontro con loro si risolve in una fuga reciproca verso opposte direzioni. Contrariamente alle credenze comuni l’orso bruno non è carnivoro bensì onnivoro, predilige un’alimentazione a base di frutta, radici e tuberi, bacche, funghi, ghiande, larve, insetti, rane girini e pesci. Solo in rari casi, quando questi alimenti scarseggiano, afferra e si ciba di animali vivi, specialmente pecore e giovani vitelli.

    CURIOSITA’
    Nella cultura e nel folclore europeo la figura dell’orso racchiude in se una simbologia contraddittoria, in qualche modo specchio della psiche umana nel suo risvolto di affettuosità materna e filiale e nella sua irosità primitiva ed forza guerriera. L'orso è feroce, eppure è simpatico: e nelle sue movenze goffe, talora nei suoi scatti d’ira può facilmente ricorda “l'uomo”.

    Nelle tribù degli indiani d’America l’orso invece è depositario di poteri curativi di cui gli sciamani ambivano impossessarsi. Nella cultura degli indiani d’America, in realtà, non c’è attribuzione di un giudizio di valore dell’orso (ne nel bene ne nel male) egli viene rispettato con timore e rispetto. Quando un indiano uccideva uno per sbaglio gli chiedeva perdono ed accendeva la pipa della pace per quietare lo spirito dell’animale.


    CURIOSITA’ FILM
    Qui un elenco di film nei quali hanno partecipato quali “attori” gli orsi:

    - Il bacio dell’orso - di Sergej Bodrov (2002) 1h32min
    - Grizzly, l’orso che uccide - di William Girdler (1976) 1h31min
    - Koda fratello orso - Aaron Blaise, Robert Walker (2003) 1h30min
    - L’orso - Jean-Jacques Annaud – (1988) 1h33min
    - Alaska - Fraser C. Heston – (1995) 1h50min
    - Il re dei grizzly – Ron Kell – (1970) 1h33min
    - L'urlo dell'odio - Lee Tamahori – (1997) 1h55min


    Per non parlare di tutte le serie a cartoni animati che sono state prodotte e che hanno come protagonista un orso: Winnie The Pooh, L’orso Yogi, L'orso Benjamin, Jacky, l'orso del monte Tallac, Boog & Elliot, Koda fratello orso, Napo Orso, Baloo del libro della Giungla e Paddington il famoso orsacchiotto della pubblicità di Coccolino.


    Bibliografia:

    - Volume IX (Neh-Pis) alla voce Orso - Enciclopedia Universo - Istituto Geografico DeAgostini (Novara) 1966
    - Guida alla Natura d’Italia – G. Farneti, F. Pratesi, F. Tassi – A. Mondatori 1971
    - Dizionario Universale dei Miti e delle Leggende.



     
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  3. Di&Gi
     
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    Arriva Paddington - Videosigla - Sigla Italiana Iniziale
     
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  4. streem
     
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    ke karini ke pelosoni!^_^
     
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  5. Di&Gi
     
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    sono belli però mi fanno paura :(
     
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4 replies since 8/6/2009, 02:16   3633 views
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