Border Collie salvavita

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  1. Di&Gi
     
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    Nei giorni scorsi tra immagini di morte e di orrore si sono visti nei reportage televisivi degli “angeli neri” che si aggirano leggeri tra le macerie nella speranzosa ricerca di un cenno di vita, o quanto meno di portare alla luce dei poveri resti.
    Sono i nostri border collie, come sempre instancabili, disponibili e totalmente dedicati a quanto si chiede loro.
    Questi cani, insostituibili ausiliari dell’uomo nel governo delle greggi, fedeli amici da almeno due secoli di uomini a volte anche duri e burberi, poco avvezzi ai premi e alle carezze, danno prova ogni giorno di quante mansioni possono svolgere e di quanto sia sorprendente la loro capacità di apprendere e di adeguarsi ad ogni situazione.
    Il border collie non lavora per sottomissione né per un premio.
    Lavora perché nel suo DNA vi è radicato da generazioni l’istinto alla cieca obbedienza, al bisogno di cooperare con l’uomo per il solo piacere di fare qualche cosa a lui gradito e perché sa nel profondo del suo essere che ha un compito da svolgere, indispensabile e insostituibile.
    Così come sa che può trovare dei corpi sotto le macerie in Abruzzo, o sotto le valanghe in alta montagna, o persone smarrite nei boschi alla ricerca di funghi, sa anche che così come un agnello sperduto va ritrovato e riportato alla sua mamma ogni bimbo debole e indifeso va protetto e ricondotto dai suoi genitori.
    Infatti se un cucciolo di uomo si allontana durante una passeggiata o nei giochi, lui lo accerchia e cerca di ricondurre nel gruppo.
    Quante persone mi telefonano sorprese dalla sensibilità del loro cucciolone border, il quale senza bisogno di alcun addestramento si adatta perfettamente alla situazione della famiglia: questi cani così vivaci, così veloci e potenti, che sembrano impazienti ed inarrestabili, riescono a seguire pazientemente il nonno nell’orto mentre cura le sue piantine muovendosi lentamente tra i filari, e così come ama giocare a pallone con i bimbi grandi, sceglie di dormire e vigilare accanto alla culla di un neonato.
    Qualche giorno fa è arrivata un famigliola alla ricerca di un cucciolo, marito e moglie con una bimba di quattro anni.
    La mamma è amante dei gatti e ne ha tre o quattro per casa, il padre ha una coppia di pastori tedeschi.
    Cercavano un cucciolo di border collie.
    La bimba quando le presento Tuono, cucciolo di quattro mesi festoso ed esuberante, chiede intimidita “ma graffia?” e poi “mi butta in terra?”…. Tuono le si avvicina, si siede davanti a lei e senza saltarle addosso, fa aderire il suo corpo a quello della bambina schiacciando la testa sul suo petto guardandola con occhi adoranti: ha “capito” che quella bimba va rassicurata, che lui non graffia, non la farà cadere.
    Che le vorrà bene e che sarà il suo compagno di giochi. Che sarà il “suo” cane.
    Ed una famiglia felice ha lasciato l’allevamento con il loro cucciolo in braccio.
    Chi aveva suggerito a Tuono questo comportamento?
    Chi gli ha fatto capire che questa era una bimba intimidita da gatti nervosi e da cani invadenti? Che aveva bisogno di sicurezza, di dolcezza e di fiducia?
    Qui non ci sono bambini, era la prima volta che incontrava un essere umano così piccolo eppure ha subito capito la differenza.
    Questi nostri border non cessano mai di destare meraviglia.
    Dopo 40 anni di collie un giorno di 20 anni fa ho incontrato un border collie di nome Moss.
    Un missile tutto nero che riassumeva tutto quanto si possa desiderare in un cane: intelligenza, bellezza, armonia ed uno stile nel lavoro unico ed inconfondibile.
    Questo cane mi ha aperto agli occhi un nuovo mondo e con lui è iniziata una nuova avventura nel mondo della cinofilia.
    Ci siamo divertiti molto assieme, Moss ed io.
    Si è divertito sopratutto lui grazie alla mia inesperienza, avendo sempre la meglio su di me, gestendo gare ed allenamenti a suo capriccio facendomi fare delle gran brutte figure!
    Sapevo a malapena guidare una 500 e mi trovavo in mano una Ferrari.
    Ma mi ha fatto gustare l’ebbrezza di condurla, questa Ferrari, e gli sarò sempre grata per quanto mi ha saputo dare, malgrado tutti gli errori commessi assieme!
    Anche se hanno la stessa origine, i collie ed i border collie sono molto diversi tra loro, quasi all’opposto.
    Riservati, introversi, facili all’offesa, caparbi gli uni, estroversi, disponibili, sempre pronti al gioco gli altri. Li unisce una grande sensibilità che mi porta ad amarli entrambi in misura uguale.
    Una dote per chi li ama, difetto per chi non li comprende.
    Questi border collie che vediamo affrontare con coraggio un montone infuriato o una pecora che difende il suo agnello, che non si tirano indietro alle ultime scosse di terremoto durante le perlustrazioni, che captano certo molto più di noi, si lanciano dagli elicotteri o si buttano in mare da un gommone senza un attimo di esitazione, non hanno come molte persone credono una forte tempra e vanno capiti e soprattutto amati affinché possano esprimersi al massimo della loro potenzialità.
    Chi si aspetta un cane forte, capace di sopportare un addestramento fatto con mano dura avrà certamente una grossa delusione
    . Con questi cani occorre fermezza, capacità di piegare la loro volontà, facendo loro comprendere chi comanda e chi è il capo branco.
    Ma senza l’amore e la stima reciproca non si otterrà niente, solo un cane sperduto mentalmente ed incapace di fare quanto ci si aspetta da lui.
    Frustrato perché avrà deluso le aspettative che sente di dover colmare, ma che non capisce perché manca quel “qualcosa” che crea un binomio uomo/cane capace di affrontare qualsiasi situazione.
    Quando invece quel “qualcosa” esiste si creerà un binomio indissolubile che primeggerà nelle gare, si prodigherà nella protezione civile, si divertirà in agility, sarà cane guida per non vedenti, amico di anziani soli, aiuto a portatori di handicap, conforto a malati.
    Sarà capace di salvare vite umane come quei meravigliosi cani che si sono prodigati in Abruzzo e che da sempre hanno commosso il mondo in innumerevoli occasioni.
    Se fossero capaci di leggermi, vorrei ringraziarli per tutto quello che hanno fanno e stanno facendo per noi uomini.
    Ma non arrivano a tanto….
    E non hanno comunque bisogno di lodi su carta stampata, perché il ringraziamento migliore per loro è una carezza e un sorriso, un “bravo cane” e sentire dal tono della voce che il loro amato compagno uomo è contento di loro, perché hanno svolto un buon lavoro. Insieme.
    Maria Teresa Garabelli
     
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0 replies since 27/6/2009, 23:38   208 views
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