SERPENTI--Il pitone reale - descrizione,foto e...

una serie di appunti ed osservazioni

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  1. Di&Gi
     
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    Questo articolo è stato redatto da Pierluca Romano



    Pyton regius
    Quella di seguito è la mia personale esperienza con uno dei più docili e "complessi" (psicologicamente parlando?!?) boidi esistenti.
    Il pitone reale è uno dei serpenti più venduti e ricercati dai neofiti della terraristica, forse anche a causa delle informazioni non particolarmente corrette che vengono fornite a chi si avvicina a questa interessante passione per la prima volta.



    Questa non vuole essere una guida all'acquisto o un manuale per erpetologi in erba, ma semplicemente il riassunto di una serie di appunti ed osservazioni svolte durante la mia convivenza con uno splendido esemplare femmina di Pitone Reale adulta e due baby regius.

    IL SERPENTE:
    vedendolo per la prima volta non si direbbe nemmeno che è il "cugino" del vietatissimo, in Italia, Pitone Reticolato (Python Reticulatus), che è, assieme all'Anaconda (Eunectes Murinus) uno dei serpenti più grandi del mondo, potendo raggiungere i 10m!!!!!

    Volendo fare un breve accenno di sistematica, occorre dire che questo serpente appartiene alla famiglia dei Boidi (Boidae),
    sottofamiglia: Pitonini (Pitoninae),
    Genere: Python e Specie: Pyhton Regius.
    Da adulto può arrivare a misurare 1,5m, anche se solitamente la crescita si assesta su 1,2 - 1,3m.
    Il suo peso può raggiunge i 1,6 - 1,7 Kg.
    Il maschio è solitamente più piccolo, raggiungendo, da adulto, un diametro, nel punto più largo, pari a circa 5-6 cm.
    Le femmine, che nell'atto amoroso, devono essere "avvolte" dalle spire del compagno, possono arrivare a misurare 10-12cm.
    Questo evidentemente per evitare che soccombano durante l'accoppiamento.
    Ricordiamo che il Pitone è un costrittore, quindi la sua caratteristica peculiare è la possente muscolatura, indipendentemente dalla taglia.



    Come ho già accennato, una sua caratteristica è la docilità, trooooppa docilità.
    Gli esemplari più piccoli possono talvolta dimostare una certa vivacità, soffiando e tentando di mordere.
    Il tutto può essere ovviato abituando i babies ad essere regolrmente maneggiati.
    Quando li si vede per la prima volta in una teca fa quasi tenerezza poiché solitamente se ne stanno appallottolati con la testa appoggiata sul corpo e trascorrono così la maggior parte del loro tempo.
    Se cercate un serpente che vi allieti con "passeggiate" per il terrario o con evoluzioni tra fronde e radici, beh… forse non è il pitone palla quello che fa per voi.
    Anche se ho notato che una volta ambientatisi, appena si spengono le luci e la stanza in cui si trovano le teche diventa buia, escono a gironzolare sui rami.
    In natura trascorre la maggior parte della sua giornata nascosto all'interno di tane sotterrane abbandonate da roditori (è un serpente tendenzialmente terrestre non arboricolo) ed esce solamente per termoregolarsi o per cacciare.
    In cattività, invece, … fa lo stesso!!!
    Le caratteristiche "arboricole" sono più manifeste negli esemplari baby.
    Quindi è sempre consigliabile inserire uno o più rami che gli permettano di restare penzoloni durante le ore notturne.



    Gli americani lo chiamano Ball Pyhton (pitone palla) per via della caratteristica di appallottolarsi quando impaurito e di mettere la testa sotto le spire.
    Se vi capitasse di averne uno appallottolato fra le mani non cercate in nessun modo di aprirne le spire poiché potreste danneggiare gravemente le sue vertebre.
    Appena si riprenderà dallo "shock" dell'essere stato preso in mano, si slegherà e inizierà a slinguettare per capire cosa sta succedendo intorno a lui.
    In generale è solo per i primi tempi che adotterà la posizione di "palla" quando tenterete di prenderlo, col tempo si abituerà ed inizierà a farsi prendere più agevolmente.

    pyton regius IL TERRARIO:
    raggiungendo una dimensione max. di 1, 5 m, il terrario potrà avere una base di 100x50 o 120x30cm e svilupparsi in altezza per 50-60cm.
    Il pitone reale è il serpente più timido in assoluto.
    Per farlo ambientare ed evitargli qualsiasi forma di stress sarà necessario che gli venga messa nel terrario una tana in cui possa nascondersi durante il giorno.
    Io ho sempre usato dei vasi di argilla rovesciati su cui, con un martellino, ho prodotto un buco dalla parte più ampia a mo' di ingresso.
    Ho sperimentato anche tane con ingresso dall'alto, ma, sinceramente, non ho notato preferenze, tranne nei babies che trovavano l'ingresso alla tana dopo maggior tempo.
    Preferisco l'argilla ai vasi di plastica perché trattengono l'acqua spruzzata e quindi favoriscono tassi di umidità più alta.
    I vasi di plastica li sconsiglio perché sono più leggeri e quindi, se non sono fissati al suolo in maniera solida, rischiano di "seguire" il regius nei suoi spostamenti. Vi assicuro che il vostro amichetto non è schizzinoso da questo punto di vista…basta che si possa nascondere.
    Le dimensioni del vaso devono essere tali che possa starci dentro comodamente (es. un reale di circa 70 cm entra comodamente in un vaso con il diametro della parte più amplia pari a 20 cm) e che possa toccare le pareti col corpo mentre è avvolto per aumentare la sensazione di "sicurezza" (insomma… "questa e casa mia e qui comando io"….).


    Mettete una vaschetta per l'acqua, grande abbastanza per poter permettergli di entrare, nell'ipotesi ne avesse voglia (troppo caldo, muta, ecc.).
    Io sinceramente non li ho mai visti andare a fare il bagno, forse perché i tassi di umidità erano tali da non creare sensazioni di disagio.
    Solo una volta ho visto la mia piccola pitoncina andare a bere!!!!
    Sembra incredibile.
    Utilizzate radici non molto ingombranti, che in generale non abbiano un diametro inferiore al doppio del suo e che siano saldamente sistemate al suolo.
    Molti allevatori consigliano di usare fogli di giornale come substrato.
    Garantisce maggiore pulizia ed è più indicato in presenza di infestazioni di vario tipo.
    Io ho usato fogli di giornale solo per gli animali in quarantena.
    Questo mi permetteva di creare dei terrari "sterili" con un arredamento essenziale: tana e vaschetta dell'acqua.
    Tanto affinchè fosse possibile verificare ad occhio nudo la presenza di acari (piccoli puntini neri che si muoveveano sulla carta).
    Una volta terminata la quarantena, però, allestisico dei terrari che riproducano il più fedelmente un ambiente naturale.
    Non condivido coloro che tengono gli animali in terrari scarni con la motivazione che è "più facile da pulire"!!!
    Immaginate di vivere una vita in una "gabbia di vetro" senza nulla intorno a voi……
    Se alleviamo degli animali dobbia garantire loro uno stile di vita quantomeno "confortevole"….non so se rendo l'idea!!
    Inizialmente ho sempre usato tutolo di mais.
    E' una lettiera vegetale che se ingerita accidentalmente (potrebbe succedere all'atto della predazione) non provoca costipazione.
    Alcuni specialisti mi hanno sconsigliato anche questo substrato poiché come la sabbia di fiume (sconsigliatissima!!), potrebbe annidarsi nelle fossette termosensibili e provocare infezioni. Inoltre potrebbe anche rimanere annidata tra i denti e causare stomatite.
    Ultimamente sono passato alla torba bionda.
    Il motivo del cambiamento è dovuto alla maggiore somiglianza col terreno tipico dell'habitat naturale dei regius
    . Inoltre la torba, debitamente umidificata almeno due volte al giorno, mi ha permesso di risolvere i problemi di umidità; difatti il tutolo nei giorni caldi, rendeva l'ambiente troppo secco.
    La torba permette anche di utilizzare piante vere nel terrario.
    Al momento non ne ho ancora usate, ma sto "studiando" dei terrari "da parete", abbastanza grandi, in legno e vetro, da "arredare" in maniera tale da ricreare un piccolo angolo di giungla tropicale.
    Per dovere di cronaca devo anche parlarvi dei tappetini di erba sintetica, che quanto ad impatto visivo non tolgono nulla (o quasi) al tutolo, sono lavabili in lavatrice e non presentano gli inconvenienti delle lettiere.
    I miei commenti in poroposito sono gli stessi fatti per il giornale!!!

    LA TEMPERATURA E L'UMIDITA':
    il pitone reale è un serpente tipico dell'Africa centro - occidentale. Le temperature medie delle sue zone di provenienza sono quindi oscillanti tra i 32-33°C durante il giorno e 22-24°C di notte. I tassi di umidità oscillano tra valori medi pari a 55-60% di giorno e 70-80% di notte a seconda delle stagioni.
    I metodi per riprodurre le temperature ideali in terrario possono essere differenti.
    Si potrebbe utilizzare delle lampade riscaldanti ad incandescenza che creino una o più zone calde a seconda dell'ampiezza del terrario (magari in direzione della vaschetta dell'acqua, in maniera tale da favorirne l'evaporazione e quindi regolare l'umidità).
    Questa fonte di calore dovrebbe essere però abbinata ad un'altra fonte di riscaldamento notturna, soprattutto durante l'inverno.
    Ideali potrebbe essere le lampadine in vetro ceramica o quelle a raggi infrarossi, che producono calore ma non luce.
    Quelle a raggi infrarossi sembrano non dare fastidio all'animale, che a detta di molti non distinguono quel particolare spettro di luce.

    Io ho sperimentato di persona che la mia pitoncina avvertiva l'accensione della lampada pur non notando i miei movimenti da forsennato fuori dalla teca volti ad attirare la sua attenzione. Movimenti analoghi in presenza di luce naturale o del neon acceso l'hanno fatta rintanare nel vaso.
    Quindi probabilmente è vero che questo tipo di illuminazione non crea alterazioni nel ciclo giorno - notte.
    L'avvertire la luce rossa accesa, dimostrato da improvvisi slinguettamenti e torsioni del collo verso la fonte luminosa, l'ho ricondotto alla sensazione di calore emanata della lampadina, rilevata molto probabilmente grazie alle fossette termosensibili.
    L'attenzione verso la lampada ad infrarossi però cessava quasi immediatamente dopo l'accensione.
    Io, comunque ho sempre usato, per il riscaldamento, una serpentina riscaldante da 25watt.

    Attulamente i miei regius sono alloggiati separatamente in teche di 110x50x50 cm riscaldate da serpentine.
    L'illuminazione è fornita da neon semplici.
    Durante l'estate, data la luminosità della stanza in cui sono tenuti, i neon restano spenti e il ciclo giorno/notte viene "creato naturalmente"!
    La serpentina è avvolta a spire su una metà del fondo della teca (esternamente) e fissata con del nastro da imballaggio su dei fogli di cartone che mi aiutano ad isolare inferiormente l'intera struttura.
    Nella parte calda ho sistemato sia la vaschetta con l'acqua che la tana.
    Nella parte fredda ci sono piantine finte di quelle pensili da acquario, sistemate insieme a rocce di diverse dimensioni in maniera tale da creare un rifugio arboricolo in cui l'ofide si possa nascondere quando deve far scendere la sua temperatura corporea.
    Sulle foglioline sintetiche si deposita anche molta acqua durante la vaporizzazione mattutina e serale, presumo che quindi sia anche il luogo più umido di tutto il terrario.

    L'accensione e lo spegnimento delle luci e della serpentina (che restano accesi per lo stesso periodo d'intervallo) è regolato da un timer. In primavera ed autunno le ore di luce fornite sono 12, e così pure le ore di calore.
    La temperatura mattutina media oscilla sui 30-31°C.
    La notte scende fino a 22-23°C. Mentre l'umidità si attesta di giorno sui 55-60°C e la notte la faccio salire sino a 70-75°C vaporizzando tutto con uno spruzzatore da giardinaggio.
    L'inverno le ore di luce scendono a 10, così come le ore di calore.
    Tutto l'impianto è collegato a dei termostati (interni alle teche) che misurano la temperatura e regolano l'accensione e lo spegnimento delle fonti di riscaldamento laddove si raggiungano, in estate, durante il giorno, delle temperature massime, in aria nella zona calda, pari a 31°C.
    D'inverno la temperatura del termostato viene ridotta a seconda di eventuali progetti riproduttivi o meno.
    In generale riallestisco tutto il terrario ogni mese, disinfettando le pareti con una soluzione di acqua ed amuchina al 5% e rinnovando completamente il substrato.

    albino


    pyton regius

    L'ALIMENTAZIONE:
    eccomi alla nota dolens di questo serpente.
    Il Pitone reale è uno dei pochi serpenti che, nei momenti più disparati dell'anno, senza una motivazione reale, decide di non alimentarsi più.
    Se normalmente, questi comportamenti sono riconducibili all'avvicinarsi della muta, del letargo o, nelle femmine a gravidanze, il Pitone reale può decidere di smettere di mangiare per molto meno!!!
    Personalmente gli unici problemi di alimentazione li ho riscontrati solo in fase di ambientamento con un esemplare appena acquistato.
    E' rimasto senza alimentarsi per quasi 1 mese.
    E' anche vero che al fattore ambientazione, la prima volta si è associata una muta iniziata dopo 1 settimana che era nella sua nuova casa.
    Purtroppo i reali sono predatori carnivori e quindi vanno alimentati con prede vive.
    Non si abituano facilmente a mangiare prede morte e scongelate oppure cibi alternativi (pollo , cuore, ecc.). Io perlomeno non ci sono riuscito.

    Attualmente la mia femmina adulta mangia regolarmente due topi adulti ogni 10 giorni.
    C'è chi consiglia di "stordire" (sigh!!!) le prede prima di introdurle nel terrario.
    Io l'ho fatto all'inizio, quando i topi addirittura "spaventavano" il serpente.
    Ma una volta ambientatosi, se la sa vedere da solo, sempre che abbia fame.
    Forse il problema si porrebbe con dei ratti adulti, nel qual caso le tecniche di somministrazione dei pasti dovrebbero essere riviste (vi farò sapere). Per quanto riguarda le dimensioni della preda mi sono sempre rapportato al suo diametro maggiore, mi spiego: le prede che le fornisco non devono superare, in larghezza, il punto più grosso del corpo del pitone.
    Questo solo al fine di evitare rigurgiti da mancata digestione.
    Per quanto riguarda i regius più piccoli è sufficiente alimentarli, con topi di taglia idonea, ogni 5 giorni.
    Mano a mano che la taglia del serpente aumenta si deve provare ad aumentare il numero delle prede (laddove non sia possibile cambiare "pasto", ad es. con ratti, piccoli conigli, ecc...).
    I serpenti manifesteranno la loro sazietà ritirandosi nella tana e non uscendo più sino al giorno successivo.

    albino



    Altro elemento importante: la digestione.Nel terrario, per forza di cose, il serpente non è portato a consumare calorie come se fosse libero in natura.
    Purtoppo, durante i primi tempi che allevavo questi bellissimi animali, un po' per insperienza, un po' per informazioni sbagliate attendevo che il serpente defecasse, almeno dopo il II pasto, prima di fornire il terzo.
    Così facendo, una volta ho lasciato la mia femmina adulta a digiuno per ben 46 giorni in attesa di una "cacchetta".

    Alcuni miei amici con maggiore esperienza in materia (uno di questi è il responsabile del rettilario di Surbo [LE]) mi hanno però fatto notare che quando il serpente è costipato, oltre che a rifiutare il cibo, presenta evidenti sintomi di costipazione: le zone del corpo in prossimità della cloaca sproporzionatamente rigonfie, presenza al tatto di fecali nell'ultimo quarto del corpo e tendenza a restare distesi (con evidenti difficoltà ad arrotolarsti).

    Difatti dopo il digiuno forzato ho ripreso a nutrire il serpente regolarmente (i soliti due topi adulti) e la defecazione è avvenuta dopo circa una settimana (dopo tre pasti completi = 6 topi)

    Morale della favola: NON SOSPENDETE ARBITRARIAMENTE L'ALIMENTAZIONE SE NON PER MOTIVI SPECIFICI (manifesta costipazione o procinto di iniziare il letargo).

    E se proprio non riuscisse a defecare?
    Semplice lo aiutiamo noi!!!
    Durante i 3-4 giorni successivi al pasto il serpente non andrebbe mai maneggiato.
    Ma dopo possiamo permettergli una "passeggiatina" sulle nostre braccia.
    E' un metodo "scientificamente" provato, se non la sera stessa, il giorno dopo, dopo un'altra passeggiatina, lascerà nel terrario un bel regalino puzzolente!!!!!
    Ed sarà pronto per mangiare di nuovo.

    Laddove ci dovessero essere evidenti sintomi di costipazione intestinale la soluzione è un bel bagno in acqua tiepida e camomilla. Bisogna tenerli in ammollo per una ventina di minuti per 3 o 4 giorni (di solito dopo il terzo bagnetto defeca normalmente).
    Se anche questo non avesse effetto è necessario rivolgersi al proprio veterniario.

    LA MUTA:
    durante la muta il serpente attraversa un periodo di grosso stress.
    Solitamente non si alimenta e, cosa molto importante, non defeca (mi è successo però, che un baby regius mangiasse tranquillamente defecando regolarmente al termine della muta!).
    Lo farà la notte stessa in cui muta.

    In questo periodo è importante fornirgli regolarmente calore durante l'arco della mattinata ed elevati tassi di umidità durante tutto il giorno.
    Ho provato a tenere acceso il riscaldamento anche di notte, una volta, ma sinceramente la muta è stata perfetta anche le volte che era spento.

    Durante questo periodo, il cui inizio è ravvisabile da un'opacizzazione dell'intera pelle e dal cambiamento del colore degli occhi che diventano blu, a causa del depositarsi, tra la palpebra e l'occhiale che andrà perduto, del liquido linfatico che servirà al distacco dell'exuvia (vecchia pelle), io vaporizzo costantemente il terrario, ed anche il rettile, mantenendo l'umidità costantemente sul 70% con picchi del 90% durante la notte.
    In caso di muta incompleta o imperfetta basta utilizzare il metodo dei bagni in camomilla descritto per la costipazione.
    Il tempo di "ammollo" deve essere portato a circa trenta minuti.
    Dopodichè basterà tenere il serpente in mano e, mentre si muoverà sulle nostre braccia o tra le nostre mani, lascierà strada facendo l'exuvia che non si era precedentemente tolta.

    DESCRIZIONE...SCHEDA TECNICA



    Classificazione

    Ordine: Squamati (Squamata)
    Sottordine: Ofidi (Serpentes)
    Superfamiglia: Boidi (Boidea)
    Famiglia: Boidi (Boidae)
    Sottofamiglia: Pitonini (Pythoninae)
    Genere:
    Python
    Specie: Python regius


    Descrizione

    È il più piccolo dei pitoni africani: appena nato misura dai 25 ai 40 cm, mentre gli adulti possono raggiungere una dimensione che va dai 90 ai 130 cm, con rari esemplari che raggiungono i 150 cm, per un peso massimo di circa 1,5 kg. I maschi sono solitamente più piccoli delle femmine che presentano anche un diametro nettamente maggiore.

    Il corpo è corto, tozzo, con la testa ben delimitata dal resto dell’animale, schiacciata e triangolare.
    La colorazione dorsale è bruna con macchie di varia forma di colore nocciola dorato.
    Il ventre è nocciola o giallognolo, la coda corta e robusta.
    I terraristi ricercano soprattutto i soggetti con le colorazioni più chiare e dalle macchie ben definite, che possono ricordare vagamente un fantasma.

    Distribuzione e habitat

    Serpente parzialmente arboricolo ma dalle abitudini prevalentemente terricole, tipico abitante delle foreste umide tropicali dell’Africa centro occidentale, vive anche in aree rocciose e nelle savane coprendo quindi un vasto areale che va dal Senegal all’Angola fino al Nilo e all’Altopiano dei Laghi, zone quindi che variano molto sia per umidità che per temperatura. Questo può giustificare il possibile difficile adattamento in cattività dei soggetti di cattura in quanto risulta complicato, anzi impossibile, risalire alle condizioni bioclimatiche d’origine al fine di ricreare l’ambiente ideale per ogni singolo soggetto.

    Comportamento in natura e in cattività

    È tra i serpenti più timidi e mansueti che si possano incontrare, difficilmente tenta di mordere, tranne alcuni soggetti di recente cattura e poco maneggiati, e comunque prima avvisa sempre gonfiandosi e soffiando. Tutti i soggetti, anche quelli in apparenza intrattabili che rappresentano in assoluto un’eccezione, dopo poco tempo si abituano facilmente a venire maneggiati.

    I soggetti nati in cattività (sempre da preferirsi e da ricercarsi ridispetto a di quelli di cattura per innumerevoli ragioni sia etiche che biologiche) si lasciano maneggiare senza problemi e al massimo, se infastiditi, assumono la tipica posizione di difesa che gli hanno valso il nome comune di pitone palla: completamente raggomitolato con la testa nascosta tra le spira. In questa situazione è possibile, con molta delicatezza, addirittura far letteralmente rotolare l’animale.
    Non è mai consigliabile tentare di sciogliere con la forza l’animale che si trovi in questo atteggiamento, si rischierebbero inutili traumi, è di gran lunga preferibile attendere che l’animale si senta a suo agio e ritorni nella posizione normale.

    In cattività è un animale molto longevo vivendo mediamente dai 20 ai 30 anni, con il record che appartiene ad un esemplare di cattura morto nel 1992 allo zoo di Filadelfia dove era vissuto per 47 anni.

    Per quanto riguarda le abitudini in natura, anche a causa del suo carattere timido e della sua predilezione (come la maggior parte degli ofidi) per la vita notturna, poco si sa con certezza.
    È molto facile rinvenirlo a terra, spesso nei pressi di tane di mammiferi scavatori dove ricerca le prede, si rifugia durante la stagione secca e la femmina depone le uova.



    Rapporti con l’uomo nell’ambiente d’origine e stato attuale

    Varie popolazioni locali catturano e mangiano regolarmente il pitone reale utilizzando poi la pelle per ornamento o come prodotto commerciale. Questo, sommato alla richiesta eccessiva da parte dei terrariofili, sta causando una preoccupante riduzione di molte popolazioni selvatiche.



    Alimentazione

    In natura si ciba di piccoli roditori e/o mammiferi di dimensioni proporzionate alla sua taglia; la ricerca delle prede avviene di solito durante le ore notturne all’interno delle loro tane.
    In cattività si offrono topi o ratti, sempre in relazione alle dimensioni raggiunte dal nostro animale.
    È da preferirsi sempre la preda morta e possibilmente congelata, sia per ragioni etiche che per motivi sanitari.
    Le prede possono infatti essere fonte di infestazioni parassitarie per il pitone, parassiti che però vengono del tutto inattivati da un periodo di congelamento ad esempio di 30 giorni.
    Inoltre non dimentichiamo che una preda viva, soprattutto nel caso in cui si tratti di un ratto adulto, può trasformarsi in predatore e infliggere gravissime ferite al serpente fino a causarne la morte, direttamente o come sorgente di pericolose infezioni.

    In molta della bibliografia sul Python regius si legge che il problema maggiore nel mantenimento in cattività di questi animali è la loro assoluta incostanza nell’alimentarsi.
    Spesso i proprietari riferiscono di un periodo di inappetenza, fino al digiuno completo, soprattutto nel periodo che va all’incirca da novembre a marzo ed in letteratura è riportato il caso di due pitoni che non si sono alimentati per 22 mesi consecutivi.
    Se da un lato è vero che 2-3 mesi di digiuno in un animale in perfette condizioni fisiche, che fino a quel momento si era alimentato regolarmente, non costituiscono un pericolo per la sua vita e che, avendo molta pazienza e riproponendo regolarmente il cibo ogni 7-10 giorni, prima o poi, nella maggior parte dei casi, l’animale riprende spontaneamente ad alimentarsi, è altrettanto vero che questo tipo di comportamento non è di sicuro naturale e ne vanno ogni volta indagate le ragioni in modo approfondito. Negli animali nati in cattività quest’evenienza è molto più rara che in quelli di cattura ma in entrambi i casi le ragioni sono per la maggior parte di tipo ambientale come ad esempio la temperatura del terrario non adeguata, elementi di disturbo o di stress, mancanza di nascondiglio, prede di dimensioni non adeguate o somministrazioni delle stesse in momenti della giornata non opportuni (ricordo che sono animali per lo più notturni ed è sempre meglio fornire le prede con luce soffusa); o di tipo parassitario: una parassitosi allo stadio iniziale se diagnosticata e trattata adeguatamente difficilmente darà gravi problemi all’animale ma a lungo andare può predisporre ad infezioni secondarie o debilitare a tal punto l’animale da renderlo soggetto a molti altri problemi ben più gravi.

    Tutte queste valutazioni vanno però sempre lasciate ad un veterinario preparato a cui è meglio rivolgersi nel caso in cui il digiuno arrivi a 30 giorni circa per evitare un deperimento eccessivo dell’animale che complicherebbe la sua ripresa.

    Riproduzione

    Ottenere la riproduzione del pitone reale non è facile come lo può essere per altre specie. Fino a poco tempo fa molti allevatori effettuavano prima del periodo riproduttivo un periodo di brumazione di un paio di mesi e cioè abbassavano la temperatura di circa 10°C rispetto al normale mettendo l’animale al buio e a digiuno.
    Oggi quelli che ancora usano questo sistema sono decisamente la minoranza, giustamente si preferisce evitare questo inutile stress all’animale che oltretutto in natura mai si troverebbe in una situazione analoga.
    Quasi tutti quelli che tentano la difficile impresa di riprodurre questi splendidi animali, cercando di imitare il più possibile le condizioni naturali, agiscono solo sul fotoperiodo abbassandolo gradualmente nei mesi precedenti la riproduzione e poi riportandolo, sempre gradualmente, ai valori normali.

    I soggetti scelti devono essere in buona salute ed essersi nutriti regolarmente durante il periodo precedente alla riproduzione.
    Inoltre devono avere età e dimensioni adeguate:
    per i maschi almeno 75 cm per 650 g con un’età di circa 16-18 mesi;
    le femmine 90 cm, peso di oltre 1 kg e un’età circa di 27-31 mesi, cioè al terzo inverno.
    Le femmine non sono da far riprodurre al secondo inverno in quanto, anche se fertili, producono di solito al massimo 4 uova e i piccoli sono poco vitali e con tare genetiche superiori alla media.

    Accoppiamento

    In cattività gli animali smettono di nutrirsi tra la fine di settembre e la fine di novembre; per favorire questo fenomeno basta abbassare la temperatura di qualche grado: non deve superare i 27°C nel punto più caldo di giorno e 22-23°C di notte; contemporaneamente si aumenta l’umidità spruzzando acqua calda una volta al giorno.
    Per la fine di novembre il cibo non verrà più somministrato e si procederà allo stesso tempo a diminuire il fotoperiodo, sia come ore totali di luce sia come intensità, maneggiando il meno possibile gli animali.
    All’incirca verso la fine di dicembre, meglio se subito dopo la muta della femmina, maschi e femmine verranno messi insieme, preferibilmente nel terrario del maschio, con il consiglio di mettere però a disposizione una tana rifugio per ciascuno.
    Gli accoppiamenti avvengono di solito entro breve tempo, maggiormente nelle ore serali o notturne per tutto il mese di gennaio e febbraio.
    Il maschio si porta sul dorso della femmina; slinguettando e massaggiando con gli speroni la cloaca porta sotto di essa la sua parte caudale.
    La copula può durare da pochi minuti a molte ore; durante l’accoppiamento il maschio usa un solo emipene.

    Da metà gennaio si alzerà gradualmente la temperatura e il fotoperiodo nell’arco di 25-30 giorni, e a fine febbraio separerà la coppia.
    Da questo momento la femmina va maneggiata il meno possibile, solo se strettamente necessario, e mai trasportata.
    Ricominceremo a presentare il cibo che all’inizio viene spesso rifiutato ma il maschio dovrebbe ricominciare presto a nutrirsi e a recuperare il peso perduto.

    Deposizione

    L’ovulazione della femmina avviene da 6 a 30 giorni dopo l’ultimo accoppiamento; si tratta di un fenomeno ben visibile visto l’improvviso aumento di volume della seconda metà del corpo che dura circa un giorno.

    Dopo circa 20 giorni la femmina avrà la cosiddetta "muta della deposizione", mentre la deposizione vera e propria si verificherà dopo 24-35 giorni (da maggio a fine giugno).
    Le prede vanno riproposte ogni 10-15 giorni, dalla prima settimana di marzo fino alla muta della deposizione; non sempre la femmina riprende ad alimentarsi ma in questo caso la cosa non deve destare preoccupazione essendo un fenomeno normale.
    Dalla muta fino alla deposizione si smetterà in ogni caso di offrire cibo.

    Le uova vengono di solito deposte durante la notte e al mattino seguente si trova la femmina arrotolata su di esse; infatti la femmina di pitone reale cova in modo attivo le uova innalzando la temperatura ambientale di 4-5°C con contrazioni muscolari di tutto il corpo e allontanandosi solo per brevissimi istanti, ad esempio per bere. Una volta nati, i piccoli la madre si disinteressa completamente a loro.

    La covata varia da un minimo di un uovo ad un massimo di 11, che possono essere anche unite a formare una sorta di grappolo.

    Per quanto riguarda l’incubazione ancora una volta le scuole di pensiero si dividono in due filoni: chi ritiene sia preferibile lasciarle covare dalla femmina e chi invece ritiene si debbano togliere e mettere ad incubare artificialmente.

    Speratura

    La speratura è un’operazione che si può eseguire solo qualche giorno dopo la deposizione per controllare la fertilità delle uova.
    Con una piccola sorgente luminosa il più possibile puntiforme si illumina l’uovo dal basso.
    Se appare rosso e contiene striature più scure allora è fertile; se invece il colore è giallognolo uniforme l’uovo non è fertile.
    Durante questa operazione si deve fare attenzione a non ruotare mai le uova mentre le si maneggia;
    a tal proposito risulta molto utile contrassegnare la loro parte superiore quando sono ancora nel terrario nella posizione in cui sono state deposte.

    Allevamento in cattività

    Per quando riguarda le caratteristiche generali del terrario si rimanda a quanto detto nella scheda apposita; per le dimensioni ridotte di questo boide e le sue abitudini prevalentemente terricole non necessita di spazi molto ampi, fermo restando che maggiore è lo spazio che possiamo mettergli a disposizione maggiore sarà il suo benessere psicofisico.
    Come principi generali si può affermare che un terrario delle dimensioni di 100 x 50 x 50 è sufficiente.

    I dati sulla temperatura ideale ritrovati in letteratura variano di molto tra di loro: Mader ad esempio consiglia una temperatura di 26,5°C con un abbassamento di 4-5°C nelle ore notturne.
    Io personalmente, come molte altre persone da me interpellate che allevano questo splendido ofide, mantengo la zona più calda del terrario compresa in un range tra i 28 e i 30°C usando sia una fonte di calore dal basso (serpentina riscaldante) sia una lampada ad infrarossi, lasciando l’altra metà del terrario fredda.
    Così facendo si viene a creare un gradiente di temperatura e l’animale è libero di termoregolarsi come meglio crede spostandosi in un punto o in un altro del terrario.

    Come substrato da un punto di vista sanitario e monetario il migliore è sicuramente la carta di giornale; il tappetino sintetico rappresenta un buon compromesso tra estetica ed igiene.
    Io personalmente come substrato uso della torba non trattata né ovviamente arricchita con fertilizzanti di sorta, sterilizzata prima al forno a 100-120°C per alcuni minuti.


    Legislazione

    Il Python regius è un serpente inserito nell’appendice II della convenzione di Washington e nell’allegato B del Regolamento CE n° 338/97 del 09 dicembre 1996 che regolano il commercio internazionale di specie di flora e fauna selvatiche minacciate d’estinzione.

    Questo significa che il pitone reale può essere detenuto e venduto ma solo se accompagnato dalla documentazione appropriata. In particolare se proveniente da paesi fuori della Comunità Europea devono avere:

    * Documento CITES;
    * Scontrino o ricevuta fiscale rilasciata dal venditore, da conservare e allegare al CITES.

    Se invece l’animale proviene da un paese facente parte dell’Unione Europea deve possedere:

    * Scontrino fiscale nel caso in cui sia stato venduto in negozio;
    * Una dichiarazione (con data) di cessione/affidamento con i dati dell’allevatore amatoriale e del terrariofilo affidatario e le firme in calce di entrambi.



    Aspetti positivi

    * Estrema docilità
    * Dimensioni ridotte
    * Uno tra i serpenti allevabili più belli



    Aspetti negativi

    * Specie molto longeva, deve essere accudita per molti anni
    * Il terrario deve essere riscaldato
    * Vengono spesso segnalati casi di inappetenza
    * Non è una specie adatta ai neofiti


    Errori principali di gestione

    * Temperatura non corretta
    * Mancanza di una tana-nascondiglio
    * Prede non adatte
    * Scarsa umidità


    Edited by Di&Gi - 22/9/2009, 01:00
     
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  2. Di&Gi
     
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    Il Pitone Reale
    di Bianco CiroIl Pitone Reale è certamente il boide più apprezzato dai terrariofili italiani oltre che per la sua “ regale ” livrea , anche grazie alla sua indole pacifica e alle sue ridottissime dimensioni , un pitone reale di sesso femminile infatti difficilmente supera il metro e mezzo di lunghezza .

    Terrario : Le misure del terrario non dovranno essere eccessivamente grandi ma studiate in base alle dimensioni del pitone che dovrà abitarci, un terrario troppo grande potrebbe infatti costituire un problema per un piccolo pitone non ancora pratico nella caccia ; personalmente vi consiglio di cambiarlo man mano . Nel caso decidiate di seguire il mio consiglio mettete in conto di doverne costruire almeno tre :1)Il primo, che deve essere cambiato prima che il pitone superi i 50 cm di lunghezza , può essere 50x30x30h2)Il secondo , che deve essere cambiato prima che il pitone superi il metro,può essere100x60x60h3)Le misure del terzo terrario saranno 200x100x100hN.B. Le altezze consigliate possono anche essere inferiori in quanto il pitone reale non presenta abitudini arboricole .E’ obbligatorio terminare la costruzione del terrario prima dell’acquisto di un qualsiasi animale.

    Allestimento : All’interno del terrario è necessario predisporre almeno un paio di nascondigli posizionati sia nella zona calda che in quella fredda , per tale scopo potranno essere utilizzate sia le tane in vendita presso i negozi specializzati (troppo costose ) sia ammassi di pietre , vasi capovolti , tubi arancione di quelli usati per gli scoli o semplici scatole di scarpe; per quanto riguarda la grandezza anche in questo caso vi consiglio di cambiarli man mano che il pitone cresce: il nostro amico infatti, si troverà a suo agio solo quando potrà toccare tutte le pareti col suo corpo .Nel terrario è opportuno posizionare , in maniera molto salda , anche dei rami, ricordando però che il nostro non è un serpente arboricolo e che quindi troppo alti sarebbero inutili.Sui rami vi consiglio di fissare alcuni ciuffi di foglie sintetiche acquistabili presso negozi di rettili o anche presso fiorai , oltre che a rendere il vostro terrario molto più bello esteticamente , saranno molto utili anche per umidificare l’ambiente: basterà bagnarle con uno spruzzino un paio di volte al giorno per ottenere un buon grado di umidità .Risulta inoltre obbligatorio fornire il vostro terrario di una bacinella piena d’acqua abbastanza grande da permettere una perfetta immersione del vostro pitone , questi bagnetti risultano molto importanti per assicurargli una buona muta .Per quanto riguarda il fondo del terrario vi è una unica regola fondamentale : l’igiene . Personalmente vi consiglio di utilizzare dei tappetini di erba sintetica da lavare periodicamente , se poi l’aspetto estetico non vi interessa potete utilizzare tranquillamente dei fogli di quotidiano . Totalmente sconsigliata e la sabbia tipo deserto che può essere facilmente ingerita e provocare seri problemi intestinali .

    Temperatura e illuminazione : La temperatura ideale del terrario deve aggirarsi sui 30° diurni e i 25° notturni , salvo specifici casi in cui è necessario un periodo di brumazione durante il quale la temperatura deve essere abbassata e mantenuta tale per un determinato periodo di tempo. Per raggiungere tali scopi le scuole di pensiero sono diverse : alcuni ritengono che per i pitoni il calore debba ottenersi tramite cavetti , tappetini o pietre riscaldanti (quindi dal basso) , altri ritengono superiore il calore ottenuto dai faretti riscaldanti( quindi dall’alto ) in quanto più naturale perché più simile al sole . Tale problema, comunque, risulta molto più rilevante per altri animali ( come ad esempio i sauri in cui il riscaldamento deve arrivare assolutamente dall’alto) per quanto riguarda i pitoni io stesso ho testato che non vi è alcuna differenza tra i due metodi per quanto riguarda salute e crescita , nonostante ciò mi permetto di consigliarvi i cavetti riscaldanti posti al di sotto di un tappetino i quali risultano certamente più sicuri , in più se al di sopra di essi posizioniamo la ciotola con l’acqua otteniamo anche un rudimentale ma più che sufficiente umidificatore, l’umidità infatti non va tralasciata essa è molto importante per l’accoppiamento , ma anche per assicurare al nostro pitone una buona muta . Di regola essa deve aggirarsi in media intorno all’80%. Per quanto riguarda l’illuminazione (max 10 11 ore al giorno) ci sono alcuni che ritengono necessario l’utilizzo di neon emettenti raggi UVB altri che li ritengono superflui , effettivamente il pitone riesce ad ottenere tutto il necessario dalle sue prede (calcio , proteine ); naturalmente esse devono essere varie e ben nutrite; nonostante ciò se viene utilizzato un neon certamente al pitone non può fare che bene ,in tal caso però ricordiamoci che per funzionare effettivamente , esso non deve essere schermato e non deve distare più di una quarantina di centimetri dal pitone , in più ogni sei mesi v’a cambiato.

    L’alimentazione : L’alimentazione dei pitoni in natura è molto varia mentre in cattività in genere si limita al classico topolino solitamente quello bianco. Tale alimentazione è sufficiente per assicurare la sopravvivenza del serpente ma personalmente la ritengo molto limitata , per prima cosa è sempre preferibile un topo colorato a quello bianco in quanto offre un maggiore apporto di melanina al nostro amico, in più io offro al mio pitone dei pulcini e delle rane . Il Pitone reale va nutrito una volta a settimana anche se molte persone offrono al serpente un topo ogni 15 giorni per evitare una possibile occlusione intestinale , personalmente vi consiglio di offrire il pasto al pitone solo dopo che ha defecato in tal modo potete essere certi che abbia digerito correttamente . In alcuni casi può capitare che il nostro pitone si rifiuti di mangiare , ciò non ci deve preoccupare particolarmente in quanto si conoscono casi in cui sono rimasti digiuni per due anni e qualche mese , naturalmente ciò non ci deve neanche far piacere . Nel caso capitasse a voi vi consiglio di riprovare ogni 15 giorni e di offrire il pasto nelle ore serali . Nel caso il problema persista può darsi che la temperatura e l’umidità non siano rispettate o forse il rifugio è inesistente o inadatto. Solo in casi particolarmente gravi è necessario procedere all’alimentazione forzata, molto complicata per noi e stressante per l’animale .

    L’accoppiamento : La riproduzione del pitone reale in cattività è piuttosto difficile. La maturità sessuale viene raggiunta intorno ai 2 anni,di più e non di meno, anche se ciò che influisce particolarmente è la dimensione del corpo della femmina. Per favorire l’accoppiamento è particolarmente utile nutrire abbondantemente la coppia e diminuire di una decina di gradi la temperatura del terrario in cui teniamo l’esemplare maschile , in più è utile diminuire le ore di illuminazioni.Dall'accoppiamento alla deposizione delle uova possono passare una cinquantina di giorni o anche 4-5 mesi, a seconda dello stato nutrizionale della femmina e della temperatura del terrario. Alla deposizione le uova (il numero delle quali varia in base all’età e alla grandezza della femmina) misurano circa 7-8 cm. Alcuni autori consigliano di lasciare le uova nel terrario, avendo l'accortezza di mantenere la temperatura intorno ai 30-32° durante il giorno, riducendola a circa 25° durante la notte ( anche se si sono verificate buone percentuali di nascita anche mantenendo i 30° fissi) . E' importante anche mantenere un'elevata umidità. La schiusa avviene dopo circa 80-100 giorni, a seconda della temperatura di incubazione. Personalmente ritengo che le schiuse si avvicinano intorno al 90 % solo utilizzando una incubatrice ed aiutando i cuccioli a fuoriuscire dalle uova praticando un taglietto sul guscio .


    Come sceglierlo ? :Al momento dell’acquisto si è preferibile un negozio specializzato e non una normale uccelleria che ha trovato casualmente questa occasione; per forza di cose infatti la prima scelta si baserà molto sulla fiducia che riponiamo nel negoziante . A questi dovremmo chiedere se mangia senza problemi e se è a conoscenza dell’età dell’animale ( prediligete max sei mesi ) , non prendete in considerazione la grandezza dell’animale in quanto un animale di meno di un metro se è sempre stato in negozio potrebbe benissimo avere anche tre quattro anni . Per quanto riguarda il sesso possiamo osservare gli speroni, che nel maschio sono più grandi o potremmo far fuoriuscire l’emipene tramite pressione ( ma solo negli esemplari giovanissimi ) il metodo più sicuro resta sessarlo tramite una sonda specifica simile ad un ago da uncinetto ma e fattibile solo da persone esperte in quanto potrebbe essere anche molto pericoloso. La livrea va osservata minuziosamente : non vi devono essere ne tagli ne bolle ne secrezione , la colorazione e la trama va osservata ma la scelta è abbastanza soggettiva , se siete inesperti prediligete esemplari non in muta .

    Il pitone reale (o pitone palla) appartiene alla grande famiglia dei boidi e in natura è diffuso nella zona centro-occidentale del continente africano.....
    Il pitone reale (o pitone palla) appartiene alla grande famiglia dei boidi e in natura è diffuso nella zona centro-occidentale del continente africano.

    Il suo habitat tipico è costituito da praterie e savane, zone arbustive e radure ai margini di zone di foresta; occasionalmente frequenta anche aree coltivate.

    Si tratta di un serpente costrittore di piccole dimensioni dal carattere timido e dall’indole estremamente mite; caratteristiche che lo fanno preferire come animale da terrario.

    Le sue abitudini sono crepuscolari e notturne e durante il giorno tende a rimane nascosto nel suo rifugio. Le dimensioni sono piuttosto contenute e solo eccezionalmente la lunghezza totale nelle femmine oltrepassa 1,5m; normalmente le misure massime sono attorno ai 120cm o poco più.

    In condizioni di mantenimento ottimali la vita media in cattività è di 20-30 anni (record registrato di 47 anni!)

    IL TERRARIO ADATTO

    Il terrario per il pitone reale deve essere piuttosto ampio con un buon sviluppo in altezza per permettere a questo serpente di poter arrampicare liberamente; delle misure indicative per un esemplare adulto sono circa di 120x60x150(h) cm.

    Il substrato può essere vario e generalmente è possibile sistemare delle pietre piatte nella zona più calda, della ghiaia grossa nella zona intermedia e della corteccia a pezzi con del muschio nella zona più fredda (che sarà anche quella ad umidità più elevata).

    Qualsiasi substrato si decida di adottare va mantenuto costantemente pulito rimovendo feci, urati e le mute; pietre, tronchi o altri componenti staccabili vanno tolti e lavati mentre i substrati naturali come corteccie frantumate, muschio, ghiaia o altro vanno cambiati ad intervalli regolari.

    Rami di diverse piante purchè ben lavati, robusti e fissati in maniera stabile, forniranno le possibilità per arrampicare avendo cura di distribuire almeno un "posatoio" per ogni settore (caldo e freddo) del terrario.

    In alternativa è possibile utilizzare arredi e substrati artificiali costruiti con cemento, resine o conglomerati vari; qualsiasi materiale si utilizzi è importante che le strutture nel terrario siano "sicure" (prive di margini taglienti, atossiche…), facilmente pulibili e fissate in maniera stabile.

    I pitoni reali sono animali che abitano le zone tropicali di savana e spazi aperti con copertura limitata al margine di zone boschive; in simili situazioni le temperature diurne sono estremamente elevate e nelle ore più calde i pitoni rimangono al riparo dal calore eccessivo in tane di altri animali, sotto a delle pietre o nel cavo di tronchi.

    Come molti altri animali che abitano questo genere di ambiente l’attività di caccia o di ricerca del cibo inizia al calar del sole per protrarsi fino alle prime ore del mattino per evitare l’esposizione a temperature troppo alte.

    Pertanto nel terrario si dovrà ricreare la stessa alternanza tra temperature elevate durante il giorno (media dell’aria di circa 30-32°C) e temperature più fresche durante la notte (circa 20-22°C); in una estremità del terrario dovrà essere sistemata una lampada ad incandescenza per creare la zona calda dove avviene la termoregolazione; in questo punto la temperatura al suolo (o su delle pietre in posizione sopraelevata) deve raggiungere i 38-40°C per circa 3-4 ore al giorno.

    Dato il carattere schivo dei pitoni reali è importante mettere a loro disposizione diversi nascondigli in cui possano trovare riparo come avviene in natura.

    Per questo possono essere utilizzate delle scatole di cartone o di legno, dei tubi di cartone o di PVC, dei tronchi cavi o dei vasi di terracotta rovesciati e al loro interno va creato un ambiente con una temperatura di qualche grado inferiore a quella esterna un’umidità lievemente più elevata.

    I rifugi devono essere almeno due sistemati uno per parte nella zona calda e nella zona fredda e saranno i posti che i pitoni utilizzeranno per la maggior parte del tempo, soprattutto per l’attività di riposo durante il giorno; i rifugi dovranno essere ispezionati di frequente per assicurarsi che al loro interno non vi siano ristagno di umidità, residui di feci e urati e non vi si annidino gli acari.

    DIETA

    La dieta dei pitoni reali in natura è prevalentemente a base di roditori e, occasionalmente, di uccelli, sauri e uova in incubazione.

    In terrario la nutrizione della maggior parte dei serpenti non presenta particolari problemi ed è possibile cibare i pitoni reali con le consuete prede per serpenti costrittori quali topi e ratti e gerbilli.

    Al momento del pasto i serpenti vanno sempre discretamente controllati affinché tutto vada per il meglio; se il pitone rifiuta il pasto, questo deve essere rimosso entro 10 minuti e riproposto a distanza di uno o due giorni ricordandosi di non lasciare mai un roditore vivo all’interno del terrario.

    Sebbene questi animali siano in grado di ingollare roditori anche molto grandi la dimensione delle prede non deve mai essere esagerata; una regola di base è che la larghezza massima degli animali offerti in pasto non deve superare il doppio della larghezza della testa del serpente.

    RIPRODUZIONE, INCUBAZIONE DELLE UOVA

    Il pitone reale, come tutti i pitoni, è una specie ovipara e raggiunge la maturità sessuale all’età di circa 3-4 anni; l’accoppiamento avviene in autunno-inverno e prima che la femmina deponga le uova trascorrono mediamente 60-70 giorni dall’accoppiamento.

    La riproduzione non è facile da conseguire in cattività ed è necessario modificare i cicli di illuminazione, riscaldamento e umidità per ricreare le condizioni adatte per favorire tale evento, sembra tra l’altro che in natura il pitone reale non si riproduca regolarmente tutte le stagioni ma una volta ogni due o tre anni.

    L’incubazione delle uova deposte (da 4 a 10) richiede un periodo variabile da 80 a 100 giorni ad una temperatura di circa 31,5-32°C.

    Python regius


    Pitone Reale - Pitone Palla



    Famiglia: Boidae


    Dimensioni : Alla nascita, i piccoli regius misurano da 25 a 40 cm; la Lunghezza degli adulti e compresa normalmente tra 90 e 130 cm. Sono rarissimi i casi di esemplari più lunghi di 150 cm. Il tasso di crescita e, come sempre accade per i serpenti, fortemente influenzato dal regime alimentare: se individui supernutriti possono raggiungere La maturità sessuale, con una lunghezza intorno ai 90 cm., a soli 18 mesi di età, ad esemplari sottoposti ad un regime alimentare più parco potranno occorrere tre anni per raggiungere Le stesse dimensioni. La 1ongevita di questi serpenti e tra le massime conosciute: La durata media della vita sembra essere compresa tra i 20 e i 30 anni, ma il record appartiene ad un maschio, deceduto nel 1992 allo zoo di Filadelfia, dove viveva da più di 47 anni. Sembra che questa sia La più "veneranda" età mai documentata per un serpente.
    Indole : Il Pitone reale e tra i più timidi e mansueti rappresentanti della sua famiglia: normalmente si Lascia maneggiare senza alcun problema. Esemplari non abituati ad essere toccati possono manifestare il curioso comportamento difensivo tipico di questa specie: se infastidito, 1'animale protegge la testa, che e La parte più vulnerabile, nelle spire del corpo, formando cosi un "gomitolo" apparentemente inestricabile che ha valso a questi animali il nome comune di "pitoni palla". In questa posizione appallottolata 1'animale può essere toccato e spostato senza che tenti di ribellarsi, ma non si dovrà mai tentare di forzare le spire per scioglierlo. Sono piuttosto rari i casi di esemplari vera- mente mordaci che, comunque, prima di colpire, avvertono sempre il disturbatore soffiando rumorosamente. Anche questi esemplari, tuttavia, possono essere "educati" con un quotidiano lavoro di manipolazione: estraendo il serpente dal terrario (magari proteggendosi con un robusto paio di guanti) lo si terra in mano finche non smette di agitarsi o di soffiare; quindi si toglieranno i guanti (a questo punto ricevere un morso e altamente improbabile) e si Lascerà che l' animale famigliarizzi con il contatto e 1' odore delle mani per alcuni minuti, evitando movimenti bruschi. Già dopo poche "sedute" 1' animale avrà certamente perduto parte della sua aggressività.

    Allevamento: Date le modeste dimensioni degli animali che trattiamo, non e necessario adottare terrari immensi: per un adulto e sufficiente un contenitore con base di 100 x 80 cm. La temperatura può variare dai 26' ai 31' C. nelle ore diurne, con un abbassamento di 2 o 3 gradi durante la notte. Quando possibile, e una buona regola riscaldare un angolo del terrario fino a 34'-35'C. per mezzo di un'apposita lampada, in modo che 1'animale possa attuare la propria termoregolazione in modo più preciso ed efficace. La frequenza dei pasti, per i giovani, sarà ogni 5 giorni circa, mentre gli adulti possono essere nutriti ogni 7-10 giorni con roditori di misura adeguata. Molto più frequentemente rispetto ad altre specie, può succedere che il pitone reale si ostini a rifiutare il cibo per periodi assai Lunghi, anche se viene tenuto nelle migliori condizioni: questo accade soprattutto per esemplari di cattura, che necessitano di un lunghissimo periodo di acclimatazione, mentre per esemplari nati in cattività questo problema si pone raramente. Per questo ed altri motivi e sempre preferibile acquistare esemplari non di importazione (ricordo che gli stati di Togo e Ghana rilasciano il permesso di esportare annua1mente, in modo del tutto Legale, un certo numero di esemplari, dei quali una buona percentuale e destinata a morire per la trascuratezza degli esportatori durante La difficile fase di acclimatazione), preferendo in ogni caso animali riprodotti in cattività. Quando l' animale rifiuta il cibo per alcune volte consecutive apparentemente senza motivo (ad esempio evidenti patologie in corso o imminenza della muta), spesso si ricorre troppo sbrigativamente all'alimentazione forzata, preoccupati da un imminente quanto ipotetico deperimento fisico del nostro ospite. In realtà, e accertato che un pitone di corporatura normale, che non sia cioè gia visibilmente magro, può digiunare per molti mesi senza riportare alcun danno fisiologico: sono documentati i casi di due pitoni reali che hanno digiunato per 22 mesi! Nella maggior parte dei casi gli animali, dopo un periodo di durata variabile, riprendono spontaneamente a nutrirsi se si ha la pazienza di insistere, senza scoraggiarsi, offrendo cibo con frequenza regolare e maneggiandoli i1 meno possibile. Si farà quindi ricorso all'alimentazione forzata (operazione sempre traumatica per qualche serpente, soprattutto se adulto), esclusivamente in quei casi in cui veramente vi sono evidenti segni di dimagrimento o comunque di debilitazione; allora si potrà intubare l'animale e, per La prima volta dopo il Lungo digiuno, somministrargli una dieta semi liquida con caratteristiche di alta digeribilità, ad esempio un omogeneizzato di carne per bambini; si potrà ricorrere a roditori interi so1o successivamente, quando cioè 1'apparato digerente avrà potuto ripristinare la sua naturale efficienza digestiva, resa carente dal Lungo digiuno. In caso contrario, il pasto viene spesso rigettato al momento in cui si innescano processi putrefattivi prima che gli enzimi digestivi, scarsamente efficienti, possano fare il loro "dovere". IL pitone reale puo presentare numerosi tipi di anomalie genetiche che influenzano La colorazione: sebbene assai più rare e costose di quelle di altri serpenti (ad esempio P. molurus), sono note due differenti forme albine ("normal" e "high yellow") una leucistica e perfino piebaldica (o albinotica), e si conoscono esemplari ipermelanistici; vi sono due forme diverse, cioè "normal" e "IMG" di individui axantici (colorati cioè...in bianco e nero) e ancora altre forme anomale, come la "high gold" con le macchie, anzichè marrone-giallastro, di un bel giallo intenso, e 1a forma cromatica cosiddetta "jungle", riconoscibile, oltre che dal disegno anomalo, dal colore chiaro dell'iride. Purtroppo in Italia, almeno per ora, e assai raro trovare individui che presentino le suddette mutazioni, essendo questi destinati quasi esclusivamente al mercato statunitense; ci si può tuttavia accontentare anche de11a livrea "selvatica", che, a mio avviso, fa del pitone reale uno dei più bei serpenti allevati dai terrariofili.

    Riproduzione: Ottenere la riproduzione di P. regius non e facile come per altri serpenti; se pero si vuole tentarla, le regole da seguire sono quelle che già conosciamo: in genere viene consigliato di nutrire abbondantemente gli animali nei mesi centrali dell'anno, quindi, a partire dall'inizio di dicembre, abbassare la temperatura media diurna a 24'-26' C. per un paio di mesi o poco più, tenendo nel contempo separati i due sessi; quindi, possibilmente subito dopo la muta della femmina, i serpenti vanno riuniti per due o tre giorni, ripetendo poi più volte l'operazione (se si unisce un maschio con più femmine, il periodo di permanenza insieme potrà durare anche una settimana). Se queste manovre avranno avuto successo, circa 60-70 giorni dopo la fecondazione si avrà la deposizione delle uova; queste, pesanti mediamente un'ottantina di grammi ciascuna, non sono mai numerose: gli erpetologi T. & D. Barker riferiscono di covate variabili da 1 a 11 uova, con una media di 6,5 uova fertili per ogni femmina, valore desunto dall'osservazione di 22 covate. La schiusa, con una temperatura di incubazione di 32' C, avviene dopo un tempo di 57 giorni.

    Distribuzione : Il Pitone reale e diffuso in gran parte del continente africano: il suo areale e infatti compreso tra le regioni più occidentali, dal Senegal alla Costa d'Avorio, e La regione sudanese ad ovest del Nilo, attraverso tutta la zona centroafricana. Lo si rinviene per lo più in ambienti caratterizzati da vegetazione a savana o a prateria, con affioramenti rocciosi sparsi, mentre non sembra essere presente nelle foreste ad alta densità arborea.
    Senegal, Gambia, Guinea Bissau, Guinea, Sierra Leone, Liberia, Ivory Coast, Ghana, Togo, Benin, Nigeria, Cameroon, entral African Republic, N-Zaire,



     
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1 replies since 8/8/2009, 10:43   9147 views
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