Tumori mammari nella cagna

diminuire del 99,05% il rischio di sviluppare neoplasie maligne

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  1. Di&Gi
     
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    Articolo a cura della Dott.ssa Cristina Cartuccia.

    I tumori alla mammella rappresentano la neoplasia più frequente nel cane femmina.
    Possono comparire a qualsiasi età, anche se abitualmente si riscontrano soprattutto in animali maggiori di 8 anni.

    Non esistono particolari predisposizioni di razza, mentre è accertato che la sterilizzazione effettuata in età precoce (entro il secondo calore) è in grado di ridurre fortemente il rischio di sviluppare questi tumori.

    Le neoplasie mammarie possono essere benigne o maligne.

    I tumori benigni crescono lentamente, sono di piccole dimensioni (<3 cm), ben circoscritti e con la superficie liscia.

    I tumori maligni, invece, crescono velocemente, possono raggiungere dimensioni elevate (>3 cm), spesso infiltrano i tessuti circostanti e la loro superficie appare ulcerata.
    Inoltre, le neoplasie maligne possono dare metastasi, sia nei linfonodi regionali che in organi distanti (polmone, fegato, encefalo).
    La certezza della malignità, comunque, la dà soltanto l’esame istologico effettuato su una porzione del tumore.

    La comparsa di una massa mammaria nella nostra cagnetta deve metterci in allarme e indurci a consultare il prima possibile il nostro veterinario.
    Infatti, se non curati in tempo, questi tumori possono anche portare a morte l’animale.

    Il tumore va innanzitutto “stadiato”: bisogna, cioè, capire quanto è esteso e se ha invaso anche altri organi.

    Questo significa sottoporre il cane ad una accurata ispezione di tutte le mammelle e dei linfonodi esplorabili.
    Inoltre, è necessario effettuare un esame completo di sangue e urine, una radiografia toracica ed un’ecografia addominale per vedere se sono comparse già delle metastasi

    . La presenza di metastasi peggiora molto la prognosi e accorcia il tempo di sopravvivenza stimato.
    Una volta effettuata la stadiazione, si può procedere con l’asportazione chirurgica della mammella colpita dal tumore (mastectomia), nonché delle mammelle vicine.

    Questo tipo di intervento, quantunque sia altamente demolitivo e aggressivo, è assolutamente necessario se vogliamo evitare la comparsa di recidive.
    Infatti, si è visto che l’asportazione della sola mammella tumorale spesso conduce alla ricomparsa del tumore dopo breve tempo nelle mammelle vicine.

    Tutte le mammelle asportate vanno inviate ad un laboratorio di Anatomia Patologica Veterinaria per la diagnosi istologica di conferma e la valutazione della malignità del tumore.

    Nei mesi successivi all’intervento, è necessario far controllare la paziente ad intervalli regolari per evidenziare la comparsa di recidive e/o metastasi.

    La prognosi è alquanto variabile (da pochi mesi ad anni) e dipende principalmente dal tipo istologico del tumore, dalle dimensione del tumore, dalla presenza di metastasi linfonodali e a distanza.

    La vera arma vincente in questo ambito è rappresentata dalla sterilizzazione precoce: se effettuata prima del primo calore, infatti, è in grado di diminuire del 99,05% il rischio di sviluppare neoplasie maligne.
    Se l’intervento viene eseguito invece dopo il secondo anno di età, non ha più alcun effetto protettivo.



     
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