I SERPENTI

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Di&Gi
     
    .

    User deleted


    Il serpente
    Col termine serpente, od ofide, vengono comunemente chiamati i Rettili Squamati appartenenti al sottordine Serpentes (od Ophidia). La filogenesi dei serpenti è collegata strettamente a quella delle lucertole (nome comune dei rettili appartenenti sottordine Sauria), con i quali costituiscono l' ordine Squamata. Esistono molte specie di lucertole prive di arti che assomigliano in modo superficiale ai serpenti, ma la loro parentela è più lontana di quanto possa sembrare. I serpenti, inadatti a vivere in un clima freddo, nelle zone temperate quando arriva l'inverno si abbandonano a una sorta di coma letargico fino alla fine dell'inverno. La scienza che studia i serpenti è chiamata ofiologia e i suoi studiosi ofiologi.




    Alimentazione
    Aree di distribuzioneI serpenti sono animali carnivori, si nutrono quindi di piccoli animali, ivi compresi altri rettili e serpenti, uccelli, uova o insetti. Alcune specie sono dotate di un morso velenoso con il quale uccidono la preda prima di nutrirsene oppure la paralizzano; altre invece uccidono le prede per strangolamento. I serpenti ingoiano la preda senza masticarla poiché, disponendo di una mascella e di altre numerose articolazioni del cranio estremamente flessibili possono aprire la bocca e ingoiarla interamente , anche se queste sono di grandi dimensioni.


    I serpenti e l'uomo
    I serpenti non si nutrono, normalmente, di uomini, ma si sono comunque registrati casi di bambini mangiati dai grandi costrittori nella giungla. Anche le specie più aggressive preferiscono, di norma, evitare il contatto.

    A causa della presenza di molte specie velenose, alcune con tossine mortali per l'uomo, i morsi di serpenti sono tra i più pericolosi: la diversa composizione del veleno può comportare vari sintomi per ogni morso.

    I serpenti causano ogni anno tra i 30 ed i 40 mila morti, il maggior numero dei quali nel sud-est asiatico.

    Anaconda gialloIn Italia gli unici serpenti velenosi sono rappresentati dalle vipere il cui morso comporta un'intossicazione molto simile da specie a specie ed una sintomatologia comparabile: in primo luogo compare dolore nel punto colpito (punto nel quale si possono riscontrare i segni lasciati dai denti veleniferi) successivamente compare una tumefazione alla quale fanno seguito sintomi generali di shock, con dolori gastrici ed intestinali, vomito e diarrea.

    La terapia si basa, principalmente, sul rallentamento dell'assorbimento del veleno, fino alla somministrazione di un siero antiofidico.

    fPelle
    La pelle è coperta di squame. La maggior parte dei serpenti utilizza le squame della pancia per muoversi. Le loro palpebre sono squame trasparenti che rimangono perennemente chiuse. I serpenti mutano periodicamente la loro pelle. Diversamente da altri rettili, questa mutazione è fatta in un solo passo, come tirarsi fuori un calzino. Lo scopo della muta è la crescita delle dimensioni del serpente, dunque indispensabile per il miglioramento del movimento.


    Origini ed evoluzione
    I ritrovamenti fossili dei serpenti sono relativamente scarsi, a causa dei loro scheletri fragili che difficilmente si fossilizzano. I più antichi resti fossili attribuibili a serpenti datano a circa 110 milioni di anni fa (Lapparentophis) e sono stati ritrovati in Nordafrica. Si supone che questi antichi serpenti siano derivati da animali del gruppo delle lucertole, probabilmente da forme scavatrici e di abitudini sotterranee (come suggeriscono alcuni resti fossili). Si conosce una forma del Cretaceo superiore, Najash rionegrina, che era dotata di due zampe posteriori e di osso sacro; presumibilmente era un animale compiutamente terrestre e scavava tane nel terreno. Una forma attuale, forse analoga a questi antenati scavatori, è il lantanoto del Borneo (Lanthanotus borneensis), una "lucertola" varanoide dalle abitudini semiacquatiche e priva di orecchie esterne.

    I serpenti scavatori, probabilmente, svilupparono corpi allungati e persero le zampe per adattarsi a un habitat sotterraneo. Per questo motivo, inoltre, svilupparono anche palpebre fuse e trasparenti, così come l'assenza di orecchie esterne, per evitare di rovinare la cornea e di far entrare terra nelle orecchie.

    Altri serpenti fossili risalenti al Cretaceo (Haasiophis, Pachyrhachis, Eupodophis), rinvenuti in strati leggermente più antichi di quelli di Najash, erano dotati di zampe posteriori, ma erano chiaramente forme marine e le zampe non erano del tutto articolate con la pelvi.

    Attualmente vi sono numerosi gruppi di serpenti primitivi, come i pitoni e i boa che possiedono ancora zampe vestigiali, usate esclusivamente nell'accoppiamento per trattenere la femmina. Altri serpenti dotati di questi "speroni" sono i Typhlopidae e i Leptotyphlopidae, noti comunemente come serpenti verme.


    Un'altra ipotesi sull'origine dei serpenti suggerisce che questi fossero stretti parenti dei mosasauri, grandi lucertole marine del Cretaceo (anch'essi derivati dai varanoidi). In questo caso, le palebre trasparenti e fuse si sarebbero sviluppate per fronteggiare condizioni marine potenzialmente dannose, mentre le orecchie esterne sarebbero scomparse a causa di un mancato utilizzo; secondo questa ipotesi, i serpenti in origine erano animali marini, che successivamente colonizzarono le terre emerse. I fossili di Pachyrhachis e delle forme simili testimonierebbero la correttezza di questa ipotesi.

    La grande diversificazione dei serpenti moderni cominciò nel Paleocene, dopo la scomparsa dei dinosauri e insieme alla radiazione adattativa dei mammiferi. In questo periodo sono note forme gigantesche (Titanoboa, Gigantophis), sviluppatesi grazie a un clima particolarmente caldo e umido. Uno dei gruppi più comuni al giorno d'oggi, i colubridi, divenne particolarmente diversificato grazie alla dieta a base di roditori, che a loro volta erano un gruppo di mammiferi dallo straordinario successo
     
    .
0 replies since 22/9/2009, 08:50   197 views
  Share  
.