La storia del Border Collie da Pastore

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. SàH;
     
    .

    User deleted


    La Storia del Border Collie



    testo tratto e adattato da "Il libro del Border Collie" - F. Balducci - Ed Ediemme - 2007



    Il cane da pastore

    Il cane, compagno dell'uomo fin dai tempi più remoti, ha seguito la sua evoluzione da mero predatore ad allevatore di bestiame, avvenuta fra il tardo Paleolitico e il primo Mesolitico. Uomo e cane impararono entrambi a mitigare l'istinto brutale e selvaggio che li spingeva alla caccia per la sopravvivenza e, modificando i propri comportamenti, collaborarono per il comune vantaggio. Abbandonate le abitudini migratorie, l'uomo capì che il bestiame era una risorsa più sicura, perché sempre disponibile, rispetto alle prede di caccia e scoprì nel cane quel prezioso ausiliario che è ancora oggi.

    Il nostro progenitore affidò al cane compiti di diversa natura, e determinò così la selezione dei diversi tipi canini, che si sono poi trasfusi nelle razze da pastore oggigiorno conosciute.

    La primordiale esigenza avvertita dall'uomo allevatore era quella di difendere il bestiame dai predatori. Sfruttando l'istinto protettivo del "lupo domestico" nei confronti del suo nuovo branco, selezionò i grossi cani custodi, le cui caratteristiche dovevano essere sostanzialmente la devozione per il bestiame unita a un'efficace azione dissuasiva nei confronti dei predatori selvatici. Questa tipologia è presente, in forme quasi omologhe, in tutte quelle regioni del pianeta in cui la pastorizia ha rivestito, nei secoli, un'importanza fondamentale. Basterà ricordare il pastore maremmano abruzzese, il mastino del tibet, il kuvasz, il pastore del caucaso, il cane da montagna dei pirenei, i mastini spagnoli. Dopo aver risolto il problema della sicurezza della propria fonte di sostentamento, l'uomo sentì la necessità di mettere a frutto altre caratteristiche del suo amico animale. Affinché l'allevamento divenisse anche fonte di reddito, doveva essere in grado di gestire un numero di capi sempre crescente. Gli ungulati che allevava avevano sì la tendenza a stare raggruppati al pascolo per il timore dei predatori, ma al momento di spostarli l'impresa si faceva difficile e faticosa. Fu così che la pastorizia si arricchì di una seconda forma di cane da pastore: il conduttore. Questo cane, che aveva e ha tuttora la funzione di aiutare l'uomo a governare il gregge o la mandria, non si è evoluto in forme così simili fra loro come è invece avvenuto per i grandi custodi, ma diverse sia per quanto riguarda le dimensioni, che l'aspetto, che il modo di lavorare.Alcuni conduttori svolgono la propria funzione abbaiando al bestiame, altri, i cosiddetti toccatori, intervengono direttamente sugli animali, mordendoli specialmente ai garretti, altri ancora, i paratori, iperspecializzati, svolgono la propria funzione con estrema rapidità, in assoluto silenzio e mantenendosi a distanza da greggi e mandrie. La selezione di razze da conduzione così differenti fra di loro quali i pastori tedesco, belga, bergamasco, dei pirenei, i vari pastori francesi, il collie, il corgi, deve ricercarsi in alcuni fattori fondamentali sia naturali che socio-economici. Questi possono essere individuati nel tipo di allevamento praticato, nella disponibilità di manodopera, nella presenza di predatori naturali, nella conformazione del territorio e nell'importanza relativa dell'allevamento rispetto ad altre attività economiche.Tutti questi elementi hanno influenzato lo sviluppo di cani da conduzione più o meno specializzati, così come di razze in grado di adempiere sia alla funzione di conduttore che a quella di guardiano.L'Italia Centrale offre l'esempio di una tradizione pastorale consolidata, dove la grande disponibilità di mano d'opera dedita alla pastorizia, necessaria per la mungitura, ha permesso l'allevamento delle pecore da latte. La costante presenza dell'elemento umano rendeva in passato quasi superfluo il ruolo del conduttore, che solo recentemente è stato introdotto nella zona, utilizzando per lo più cani meticci. D'altro canto la presenza dei predatori impone qui tuttora la necessità del cane custode. Nell'Italia Settentrionale l'allevamento del bestiame di grandi dimensioni e l'assenza di predatori hanno determinato la selezione di un conduttore particolarmente avvezzo a trattare i bovini, il pastore bergamasco. Nei Pirenei, invece, la presenza di grandi predatori e il territorio particolarmente impervio hanno reso necessaria la presenza contemporanea dei grandi custodi, e cioè il cane da montagna e il mastino dei pirenei, e del cane da pastore dei pirenei, piccolo ed efficacissimo conduttore.In Gran Bretagna alcuni fattori precipui hanno permesso la selezione del migliore e più specializzato ceppo di razze canine da conduzione: i collie.Le Isole Britanniche presentano condizioni geografiche e climatiche ottimali per l'allevamento ovino. Territori vasti ma malagevoli, verdi tutto l'anno, costituiscono pascoli eccellenti per una pastorizia stanziale, che non ha mai avuto bisogno di attuare la transumanza.Il maggior controllo sul territorio permesso dagli insediamenti fissi (farms), il grande pragmatismo delle genti della Gran Bretagna e l'insularità, hanno determinato la precoce eliminazione di tutti i predatori naturali, rendendo i pascoli oltremodo sicuri. Su queste basi l'ovinicoltura ha assunto una rilevanza economica tale che, prima della Rivoluzione Industriale, l’isola britannica viveva di una economia pastorale che aveva nella lana la sua principale fonte di ricchezza.
    La selezione degli ovini in Gran Bretagna è stata orientata verso la produzione di animali da carne e da lana piuttosto che da latte, e tale tipo di allevamento, prescindendo dalla mungitura, limita notevolmente l'intervento umano sul bestiame. Da sempre immense greggi di pecore sono lasciate per lunghi periodi sui pascoli, fino al momento della tosatura. Nello svolgimento di questa operazione, affinché il recupero degli armenti potesse essere agevole e avvenire senza l'inutile spreco di risorse umane, da impiegare in altre mansioni, divenne insostituibile l'opera dei collie.

    Questo tipo di pastorizia si è sviluppata, con modalità analoghe, anche in quelle nazioni che hanno subito l'influenza inglese, come l’Australia e la Nuova Zelanda. Qui l'enorme vastità del territorio e dei pascoli, hanno reso praticamente insostituibile la presenza di efficaci conduttori, perché le greggi, di dimensioni veramente imponenti, pascolano allo stato semi-selvatico per gran parte dell'anno.Nel Nuovissimo Continente sono stati quindi introdotti i collie che, incrociati con razze autoctone, ed anche presumibilmente con il dingo, hanno dato origine ad altri efficacissimi conduttori. Accanto ai border collie, lavorano anche razze locali quali il kelpie, l'australian shepherd e l'australian cattle dog, alcune delle quali simili per aspetto e per funzioni.
    Per capire l'importanza del cane conduttore nell'economia della Nuova Zelanda, basti pensare che nella South Island, a Lake Tekapo, è stato eretto un monumento al cane pastore, in segno di tributo alle capacità e alla fiera lealtà da sempre dimostrata da questo animale.

    Le origini della razza

    Il border collie è l'esponente della famiglia dei collie universalmente considerato come il più adatto alla conduzione. Nonostante la razza sia stata riconosciuta ufficialmente solo in epoca recente, le sue origini, peraltro non del tutto note, sembrerebbero risalire agli albori della civiltà. Queste sono infatti riconducibili all'incrocio dei cani che gli antichi romani portarono con loro all'epoca delle invasioni della Britannia, iniziate con Cesare nel 55 a.C., con cani da pastore autoctoni.La migliore descrizione che abbiamo dei cani dei Romani è quella che Marco Terenzio Varrone fa nel trattato Rerum Rusticarum. Si parla di animali di grosse dimensioni, a pelo lungo o corto, di colore bianco, nero e marrone, capaci di proteggere il gregge: testimonianze che alludono a cani che presumibilmente furono simili a bovari bernesi o rottweiler. Con il contributo di agilità apportato dal più piccolo spitz vichingo, giunto in Britannia al seguito dei Normanni nel VII secolo, nasceva quel ceppo di cani da cui si sarebbero in futuro differenziate le diverse razze da pastore inglesi. La selezione del cane da lavoro andò nei secoli orientandosi a prediligere quei soggetti che mostravano una naturale disposizione a fermarsi e osservare la preda anziché attaccarla. Questa espressione di predazione sublimata ha portato, in terra inglese, all'evoluzione del setter e del pointer fra i cani da caccia così come fra i pastori del border collie, con il suo occhio ipnotico.La tendenza a selezionare questa caratteristica non ha impedito che in epoca medioevale il cane da pastore fosse utilizzato per molteplici scopi, dalla guida del gregge, alla difesa del bestiame, alla caccia, alla guardia delle abitazioni. Poiché un cane con più disposizioni poteva all'occasione rivelarsi più utile, non mancano, nella storia delle origini della razza, riferimenti ad incroci di collie con spaniel, terrier e levrieri.

    I primi riferimenti

    Dall’epoca medioevale al 1800, la letteratura inglese riferisce spesso di cani da pastore al lavoro su greggi di pecore e lo fa sempre ponendo l’accento sulle eccezionali doti di questi animali e sul loro incalcolabile apporto all’economia britannica.Uno dei primissimi riferimenti alla capacità lavorativa dei pastori inglesi è del 943 d.C., quando il re del Galles, Hywel Dda, fu così impressionato dalla vista di un cane nero che guidava le pecore al pascolo sulle colline e le riconduceva giù la sera, da introdurre una legge che sanciva il valore economico di un animale di tali capacità equiparandolo a quello di un bue di prima scelta.La prima descrizione letteraria che accenna esplicitamente ad un cane che ha già acquisito le caratteristiche del border collie attuale risale al 1576, quando Johannes Caius, medico della regina Elisabetta I d’Inghilterra, nel suo trattato De Canibus Britannicus (Treatise on Englishe Dogges) scriveva: “Il nostro cane da pastore non è enorme, grande e grosso, ma di statura e taglia indifferenti, poiché non deve aver a che fare con il lupo assetato di sangue, giacché non ve ne sono in Inghilterra, felice e fausto benefizio questo, che è da ascriversi al potente Principe Edgar, per merito del quale l’intero paese ha potuto essere liberato dai lupi.(…) questo cane, all’udire la voce del padrone così come il suo fischio acuto, riconduce le pecore vaganti e disperse laddove costui vuole e desidera, donde il pastore trae il suo vantaggio, vale a dire che con poco lavoro e senza muovere un passo egli può governare e guidare il gregge secondo il suo desiderio.” Il testo del Caius prosegue con un’interessante osservazione in merito al diverso modo di lavorare che già distingueva il cane da pastore inglese da quelli impiegati altrove: “…poiché non è in Inghilterra ciò che è in Francia, in Fiandra, in Siria, in Tartaria, dove le greggi seguono il pastore, poiché qui, nel nostro paese il pastore segue le greggi.”

    Nel 1790 Thomas Bewick, nella sua General History of Quadrupeds, dedicava un capitolo al cane da pastore che descriveva “a pelo lungo, nero con la punta della coda bianca”, aggiungendo che “questa razza di cane sembrava essere preservata nella sua massima purezza nel Nord dell’Inghilterra e della Scozia, dove il suo impiego era altamente necessario per gestire le numerose greggi di pecore in queste estese foreste e brughiere.” Il testo era illustrato con il disegno di un cane molto simile all’attuale border collie. Ancora negli stessi anni il poeta scozzese James Hogg (1770-1813) esprimeva, come mai nessun altro in letteratura, l’altissima considerazione provata per questi meravigliosi cani. In The Shepherd’s Calendar, del 1824, scriveva: “ Senza il cane da pastore tutto il terreno montano aperto della Scozia non varrebbe sei pence, sarebbero necessari più uomini per governare un gregge di pecore, condurle giù dalla collina, spingerle nei recinti e negli ovili e guidarle ai mercati, di quanto il profitto dell’intero gregge potrebbe mantenere.” James Hogg, ricordato come “The Ettrick Shepherd”, nasceva figlio di pastori nell’Ettrick, in quella parte di Scozia denominata Borders presso il confine inglese. Fu egli stesso dedito alla pastorizia e insieme autore di poemi, ballate, novelle e saggi di innegabile pregio. Ovunque ha più volte celebrato la grande volontà di lavorare e le doti dei suoi amati Sirrah e Hector; a quest’ultimo, che ci descrive “del color della volpe”, Hogg dedicò pagine intense e commoventi che testimoniano il forte legame tra l’uomo e il suo cane. Robert Burns, il più grande poeta di Scozia, nato nell’Ayrshire nel 1759 e vissuto soli 37 anni, lavorò come farmer per tutta la sua vita nell’azienda di famiglia e nel contempo fu prolifico autore di ballate, canzoni, poemi, alcuni dei quali molto famosi. Ne The Twa Dogs scritto nel 1785 celebrò con parole intense il suo cane da pastore Luath, che “era il suo grande favorito e cui voleva conferire l’immortalità, dopo che fu ucciso dall’insensata crudeltà umana” come riferito dal fratello di Robert, Gilbert Burns.

    Il nome

    Il nome border collie fu per la prima volta introdotto ufficialmente a designare la razza in un articolo scritto nel 1921 che trattava dell’ International Supreme Championship. Fu scelto nella volontà di distinguere il collie da lavoro da quello da show, ricordando la terra d’origine dei migliori cani da pastore dell’epoca, cioè le zone di confine, i Borders, fra Scozia ed Inghilterra, non escluse Northumberland e Cumbria.Più controversa è l’etimologia della parola collie, riferita all’intero gruppo di cani da pastore inglesi di cui il border fa parte. Secondo la maggioranza delle interpretazioni il nome potrebbe alludere alla parola inglese coal (carbone), con riferimento al colore nero dei primi soggetti. Che si prenda per buona la traduzione di coley che significa “nero”, o quella del gallese coelius che sta per “fedele”, il primo accenno alla parola collie sembrerebbe comparire nella lingua inglese nel 1617 riferito al soprannome che fu dato al vescovo di Aberdeen, la cui abitudine di seguire tutti e chiedere continuamente ricordava il comportamento dei cani collie.

    L’ISDS

    L'International Sheepdog Society fu fondata a Haddington nel 1906 da un gruppo di appassionati di cani da pastore e di prove di conduzione, che rispondevano ai nomi di James Gardner, James Thompson, Richard John Lloyd Price, J.M.Wilson e James Reed. Scozzese la stragrande maggioranza dei soci, le prime gare dell’ISDS furono tutte organizzate in Scozia, eccetto due che si svolsero nel nord dell’Inghilterra. Il primo International si tenne nel 1906 a Gullane, in Scozia. L’associazione cessò la sua attività durante gli anni dal 1914 al 1918, a causa della guerra, per poi riprenderla successivamente quando, divenutone segretario James A. Reid, ovunque ricordato come persona efficientissima, si decise che le prove annuali avrebbero dovuto svolgersi alternativamente in Inghilterra e in Scozia. Nel 1922 il Galles ospitò la sua prima gara, a Cricceith, dove William Wallace vinse il Supreme Championship con Meg 306. Dal 1919 le gare iniziarono a svolgersi in due giorni, a differenza di quanto accadeva prima della guerra. Quando il Galles entrò a far parte della Società fu deciso che un team di dodici cani avrebbe rappresentato ciascuno dei tre paesi all’International che si sarebbe svolto a turno in Inghilterra, Scozia e Galles.Nuovamente l’ISDS interruppe la sua attività durante il periodo della seconda guerra mondiale con le gare che ripresero nel 1946. Nel 1961 si svolse il primo National in Irlanda del Nord, che entrò così a far parte dell’ISDS, come pure l’Eire nel 1965. Oggi ogni National vede gareggiare un numero massimo di 150 cani con l’aggiunta di nove coppie. I team sono scelti in seguito ai punteggi di precedenti gare affiliate. All’International scendono in campo quindici cani e due coppie in rappresentanza di ognuno dei quattro paesi.L’importanza dell’ISDS non sta solo nell’organizzazione delle gare ma nell’aver creato e pubblicato gli stud books, cataloghi contenenti i nomi di tutti i cani registrati, dei loro allevatori, i nomi dei genitori, la data di nascita, il colore del mantello, la lunghezza del pelo e così via. Tutti questi dati, di grande importanza per l’allevamento, sono facilmente reperibili controllando il numero progressivo assegnato a ogni cane.

    OLD HEMP

    La nascita di Old Hemp, avvenuta nel settembre del 1893, fu un evento determinante nella storia della razza. Hemp, stud book n° 9, fu allevato da Adam Telfer di Northumberland. Era figlio di due cani non registrati: Roy, un tricolore dal carattere amichevole ed espansivo, e Meg, una cagna nera più riservata che aveva un fortissimo occhio ipnotico. Hemp prese le migliori caratteristiche di entrambi, e seppe poi passarle ai suoi figli e discendenti, considerato che a lui si fanno risalire tutti i vincitori delle gare ISDS.Old Hemp era un bel cane bianco e nero, aveva il pelo lungo e folto, e portava le orecchie semierette, era alto 53 centimetri (21 pollici) e pesava intorno ai 20 chilogrammi (45 libbre).Iniziò a vincere gare di conduzione ad appena un anno d’età e restò imbattuto per tutta la vita, stabilendo un mitico record mai eguagliato. Impressionavano la sua eccezionale calma e insieme la grande velocità che lo rendevano in grado di terminare la prova in brevissimo tempo ma senza eccitare le pecore, muovendole con estrema facilità grazie all’intensità dello sguardo. Le stesse doti che lo resero vincente in gara determinarono il suo grande successo come stallone: è stato stimato approssimativamente pari a diverse centinaia il numero dei suoi figli, che, lavoratori di livello superiore rispetto a cani di differente provenienza, si distinsero non solo in Gran Bretagna ma anche negli altri paesi dove furono esportati, dagli Stati Uniti, all’Europa, all’Australia.

    I grandi cani da pastore

    Dopo Old Hemp sono tanti i border collie che hanno rivestito un ruolo importante nella storia e nella selezione della razza. Ricordarli tutti sarebbe stato qui impossibile e pertanto sono stati citati solo alcuni fra i più rappresentativi, rimandando il lettore interessato all’argomento alle ottime letture più mirate che, in lingua inglese, esistono a riguardo. I nomi dei cani, tradizionalmente di una sola sillaba, sono seguiti dal numero di registrazione ISDS.


    Un importante cane dei primi anni della razza fu Kep 13 di James Scott, International Supreme Champion nel 1908 e nel 1909. Sweep 21, nipote di Old Hemp, fu campione supremo nel 1910 e nel 1912 ed iniziatore di importanti linee.


    In casa Wilson fu allevato Cap 3036, lo stallone più richiesto fra la fine degli anni Trenta e l’inizio degli anni Quaranta. Magnifico conduttore, Cap non poté mai provare in gara le sue eccellenti doti, visto che le competizioni furono sospese durante il periodo della guerra. Era un grande cane bianco e nero, con il mantello in predominanza bianco e la testa pure bianca per metà. Al lavoro era potente, molto deciso con le pecore, eccezionale la sua outrun naturale. Cap ebbe un numero impressionante di discendenti fra cani registrati e non e fra di essi si conta una serie interminabile di campioni. Nel 1948 furono tre i figli di Nell ad aggiudicarsi i primi tre posti nella classifica dell’International: il campione supremo Glen 3940, il secondo classificato Moss 5176, entrambi di Jim Wilson, e il terzo lo Scottish National Champion Sweep 3834 di W. J. Hislop. Questo podio basta di per sé a dare un’idea dei magnifici risultati conseguiti dai discendenti di Cap 3036, un cane cui si deve sicuramente molto e che ha trasmesso tanto di sé ai border collie attuali attraverso il più famoso Wiston Cap 31154, vera pietra miliare nella selezione della razza, il cui pedigree torna per ben 16 volte a Cap 3036.
    Wiston Cap, di John Richardson, nacque nel 1963 e visse per più di 15 anni, lasciando una discendenza di importanza incalcolabile. International Supreme Champion nel 1965, Wiston Cap era un bel cane di taglia piuttosto grande, tricolore, a pelo lungo e folto. È noto che fosse facilmente addestrabile, sempre molto reattivo ai comandi, sicuramente un cane di ottimo carattere che lavorava con grande stile. Il numero di femmine che da ogni parte del paese vennero condotte a Wiston Cap fu grandissimo, tanto che i registri dell’ISDS stimano addirittura pari a 1933 il numero dei suoi figli, prodotti in ben 388 accoppiamenti. Nella stragrande maggioranza dei casi lo studio dei pedigree dei cani inglesi attuali, da lavoro e da esposizione, conduce alla conclusione che si tratta sempre e comunque di discendenti di Wiston Cap.


    Spot 3624, di John Gilchrist, fu International Supreme Champion nel 1947 e iniziatore di un’altra linea di sangue di grande importanza. Spot è descritto come un bel cane bianco e nero, a pelo lungo, ben marcato, di media statura, ben proporzionato e certamente un lavoratore di gran classe. Anch’esso un discendente di Cap 3036, Spot ebbe a sua volta una progenie importante ed è secondo solo a Wiston Cap per il numero dei suoi accoppiamenti, pari a 285, e da cui si ebbero 1427 figli. Suo nipote Bob 12684 di J. Gilchrist fu padre del campione nazionale scozzese degli anni 1965 e 1966, Spot 24981, sempre di Gilchrist.

    Bosworth Coon 34186, di Llyr Evans, fu Supreme Champion nel 1968, figlio dell’International Driving Champion Bosworth Scot 22120. Entrambi sono ricordati come cani di grande potenza e determinazione, qualità che vengono loro da linee da lavoro di grande importanza come quella di Scottish National Champion 1955, Whitehope Nap 8685 e di Welsh Driving Champion 1960 Haig 9190. Coon era un bel cane bianco e nero con il muso punteggiato, sicuramente il trialdog di maggior successo dell’Inghilterra del sud e non da meno come stallone.


    Bwlch Bracken 74660 fu Welsh National Brace Champion nel 1974 in coppia con Supreme Champion Gel 63023, peraltro insieme vincitori di numerose edizioni di One man and his dog, noto programma televisivo trasmesso in Inghilterra. Fu allevata da Beryl Jones e sapientemente addestrata e condotta in gara dal marito Glyn Jones, un nome che non ha bisogno di presentazioni perché si tratta di uno dei più importanti preparatori contemporanei. “Bwlch Bracken è sinonimo di tutto quanto ci sia di buono nell’allevamento gallese”, così la presenta Roy Goutté nel suo libro The principal sheepdog lines.

    Bwlch Taff a sua volta ha prodotto Welsh National Brace Champion Cap 144844, ennesimo esempio di impareggiabili doti lavorative che intatte si trasmettono di generazione in generazione.


    Scottish National Champion Dryden Joe di Robert Dalziel fu campione nazionale scozzese nel 1986 ed è stato, in assoluto, uno degli stalloni più largamente impiegati in riproduzione, con ben 249 figli attribuitigli dai registri dell’ISDS. Il suo proprietario ne ricorda la totale devozione ed il grandissimo senso delle pecore: “a dog of a lifetime”, uno di quei cani che è una rara fortuna possedere.

    Ancora dello stesso Dalziel, Dual Supreme Champion Wisp 161487 conquistò il titolo per la prima volta nel 1989 e quindi nel 1992. Il suo pedigree combina le migliori linee da lavoro gallesi e scozzesi includendo, fra gli altri, English National Shepherd Champion Don 108889, figlio di Supreme Champion Craig 59425 di J. R. Thomas. Il nonno di Wisp da parte di madre è International Brace Champion Ben 119873 di John Templeton.
    Un altro Dual International Supreme Champion degli ultimi anni è Spot 161819, di J.Wilson, che si aggiudicò il titolo nel 1991 e nel 1994.

    Il riconoscimento ufficiale della razza

    Agli inizi del Novecento i border collie australiani venivano esposti nell’ambito di grandi fiere agricole, dove gli iscritti erano di tutte le forme e dimensioni. Già esistevano testi scritti che permettevano ai giudici di valutare le prove dei collie al lavoro su pecore, quando si avvertì la necessità di fissare, sia pur a grandi linee, alcuni elementi che caratterizzassero la razza, nella speranza di uniformare la marcata diversità morfologica dei primi soggetti. La New Zealand Sheep Dog Trial Association e la North Island Sheep Dog Association, furono i primi organi che si adoperarono per la formulazione di queste prime rudimentali note, i cui punti furono poi confermati ed elaborati dal primo standard che fu redatto dal New Zealand Kennel Club nel 1927. In Australia e in Nuova Zelanda, molto tempo prima che nella sua stessa terra d’origine, il border collie trova così il suo riconoscimento ufficiale e vede fissate le sue caratteristiche morfologiche e non solo caratteriali. Nella storia del riconoscimento ufficiale della razza in Gran Bretagna, giocarono un ruolo non secondario proprio i brillanti risultati conseguiti dall’allevamento d’oltre oceano ed in particolare la storia di una famosa campionessa australiana. Aust Ch Checkmate Gay Lady è il border collie cui si è ispirato lo standard di razza australiano redatto nel 1963 a cura dell’Australian National Kennel Council. Gay Lady conquistò i massimi riconoscimenti nello show ring aggiudicandosi sei Melbourne Royal Challenge e per la prima volta nella storia della razza vincendo un Best in Show. Fu molto ammirata dal Maggiore Glover, un influente giudice inglese che, durante un suo viaggio in Australia, fu tanto profondamente colpito dalla tipicità di Gay Lady che decise di perorare fattivamente la causa del riconoscimento ufficiale della razza nel Regno Unito. Nel 1960 ebbe luogo una serie di incontri fra il Capitano Whittaker, Chairman dell’ISDS, ed alcuni rappresentanti del Kennel Club inglese. Sulle prime non ci furono riscontri concreti a causa della sopraggiunta morte di Whittaker, ma nel 1964 il Kennel Club decise che avrebbero potuto ottenere la registrazione i soli collie già iscritti negli Stud Book dell’ISDS, ovvero i soli con entrambi i genitori registrati con l’ISDS.

    Il 6 agosto 1973 si svolse l’incontro inaugurale che condusse alla nascita del Border Collie Club of Great Britain, associazione che fattivamente si sarebbe impegnata per il riconoscimento ufficiale che arrivò il 1 agosto 1976. Tre anni più tardi, il Kennel Club pubblicò uno standard ad interim che restò in vigore fino al 1981, anno in cui fu redatto ed approvato lo standard ufficiale contestualmete riconosciuto anche dalla F.C.I (Fédération Cynologique Internationale).


     
    .
  2. Di&Gi
     
    .

    User deleted


    che bello :)
     
    .
1 replies since 1/10/2009, 09:07   556 views
  Share  
.