La febbre....

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  1. Di&Gi
     
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    La Febbre

    La febbre consiste in un temporaneo aumento della temperatura corporea in risposta ad una malattia e/o infezione; indicativamente si considera febbre in un bambino quando la misurazione restituisce valori uguali o superiori a

    38.0° per via rettale,
    37.5° per via orale,
    37.2° sotto l’ascella.


    febbre è innanzi tutto un importante meccanismo di difesa messo in atto dall’organismo contro le infezioni con 2 obiettivi principali:

    Rendere più difficile la proliferazione batterica e virale, generalmente ottimale a circa 37°,
    manifestare un segnale chiaro di allarme che renda evidente lo stato di malessere.
    Praticamente ogni infezione è quindi potenzialmente in grado di provocare febbre,
    tra le più comuni possiamo ricordare:

    Infezioni respiratorie,
    come raffreddori, i
    nfluenza,
    mal di gola,
    sinusite,
    mononucleosi,
    bronchite,
    polmonite,
    e tantissimi ancora............



    A seconda della causa alla base della febbre potrebbero verificarsi anche i seguenti sintomi:

    Sudorazione,
    Brividi,
    Mal di testa,
    Dolori muscolari,
    Perdita di appetito,
    Disidratazione,
    Debolezza generale,
    Stanchezza,

    Valori di febbre particolarmente elevati potrebbero essere collegati anche ai seguenti sintomi:

    Allucinazioni,
    Confusione,
    Irritabilità,
    Convulsioni.


    Danni cerebrali da febbre in genere non si verificano a meno che la temperatura non diventi superiore a 42°;
    febbri da infezioni, anche se non trattate, raramente aumentano oltre i 40.5°,
    a meno che il paziente non sia eccessivamente coperto o l’ambiente non sia particolarmente caldo.

    Più comuni sono invece le convulsioni febbrili nei bambini, circa 1 bambino su 25 almeno una volta le ha manifestate principalmente tra i 6 mesi ed i 5 anni, anche se in genere il primo attacco compare prima dei 3 anni.
    Più alta è l’età del primo attacco e minore è la probabilità che questo si ripeta.


    CURA E TERAPIA

    Un semplice raffreddore od altra forma influenza potrebbe provocare febbre anche piuttosto alta,
    ma non necessariamente questo è segnale di situazione grave per l’incolumità del malato,
    al contrario esistono condizioni molto più pericolose in grado di manifestarsi con poche linee o addirittura senza febbre.

    Escluse patologie che richiedano trattamenti specifici, indichiamo quindi una sorta di linea guida da seguire in caso di febbre;
    nel caso di temperature non particolarmente elevate potrebbe essere sufficiente riposo e idratazione (bere molto).
    Nel caso di bambini vengono di norma escluse complicazioni nel caso in cui il piccolo paziente:

    abbia voglia di giocare,
    mangi e beva regolarmente,
    sia attento e sorridente,
    abbia un colorito naturale,
    si riprenda quando la temperatura diminuisce.
    Nel caso in cui il paziente, sopratutto se bambino, manifesti malessere, vomito, disidratazione o non riesca a riposare si dovrebbe invece agire in modo più incisivo per abbassare la febbre.


    In questi casi si ricorda:

    Non fasciare o coprire eccessivamente il paziente,
    la stanza non dovrebbe essere nè troppo calda nè troppo fredda,
    spugnature di acqua tiepida possono aiutare a diminuire la febbre, sopratutto dopo la somministrazione del farmaco per evitare fenomeni di rimbalzo,
    non ricorrere a bagni freddi, ghiaccio od impacchi di alcol, che raffredderebbero la pelle ma spesso peggiorano la situazione provocando ulteriori brividi.


    Per quanto riguarda i farmaci si consiglia di attenersi scrupolosamente a quanto indicato dal medico/pediatra/farmacista, in generale si ricorda che:

    Paracetamolo (Tachipirina®, Efferalgan®, Acetamol®, …) ed ibuprofene (usato più per i bambini che per gli adulti, sotto forma di sciroppi tra cui Nureflex®, Antalfebal®,…) aiutano a ridurre la febbre e, solo dietro parere medico, possono essere associati.
    Il paracetamolo si assume di norma ogni 4-6 ore, a seconda della dose,
    mentre l’ibuprofene si somministra ogni 6-8 ore, ma raramente nei bambini al di sotto dei 6 mesi di età.
    L’acido acetilsalicilico (Aspirina®, Vivin C, …) è molto efficace per ridurre la febbre, ma senza il consiglio medico non deve MAI essere usata nei bambini al di sotto dei 16 anni.
    E’ importante somministrare la dose corretta di farmaco, in bambini ed adulti, per rendere efficace il rimedio senza rischio di sovradosaggio.

    Durante la febbre è infine importante:

    Bere molto,
    non forzare eccessivamente un bambino che non abbia fame.

    QUANDO CHIAMARE IL MEDICO


    Bambini
    E’ necessario rivolgersi al pediatra in qualsiasi caso di dubbio nel caso di bambini, in particolar modo per i più piccoli:
    le linee guida americane suggeriscono in particolare le seguenti condizioni

    abbia meno di 3 mesi ed una temperatura interna superiore ai 38°,
    abbia fra i 3 e 12 mesi ed una temperatura interna superiore ai 39°,
    se più piccolo di 2 anni e la febbre dura da più di 24-48 ore,
    se più grande di 2 anni e la febbre persiste da 3 giorni,
    Richiede invece intervento d’emergenza il bambino che:

    Piange e non riesce a tranquillizzarsi,
    non è in grado di muovere un braccio od una gamba (pericolo di convulsioni).

    Adulti e bambini
    Per qualsiasi tipologia di paziente è necessario ricorrere al parere medico nel caso in cui:

    in ogni caso per febbre superiore ai 40.5°,
    un adulto con febbre che non passa da almeno 2 giorni,

    siano presenti ulteriori sintomi che richiedono trattamento,
    come mal di gola,
    male alle orecchie,
    tosse,
    la febbre, anche se molto leggera, persiste da una settimana o più,
    sussistano particolati problemi di salute come cardiopatie,
    diabete,
    trattamenti cronici con cortisonici,
    trapianti recenti,
    sieropositività,
    chemioterapia.
    sia stato recentemente fatto un vaccino,
    siano presenti manifestazioni cutanee,
    sia presente dolore mentre si urina,
    sia di recente tornato da un viaggio, in particolar modo da Paesi del terzo mondo.


    Richiede immediato intervento il paziente, adulto o bambino, che:

    non riesce a restare sveglio,
    manifesta un forte stato confusionale,
    non è in grado di camminare,
    ha gravi difficoltà respiratorie,
    ha labbra, lingua o unghie blu,
    sia presente un mal di testa particolarmente severo,
    sia presente un severo torcicollo,
    manifesti convulsioni./
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    Automedicazione

    Febbre

    Che Cosa è

    A rigore, la febbre non è una malattia ma un sintomo, che si presenta in molte occasioni diverse il cui elemento comune è l'infiammazione.
    In effetti l'infiammazione è una reazione naturale a un'aggressione ai tessuti condotta da virus e batteri ma anche da un trauma (per esempio una contusione o una ferita).
    I processi infiammatori sono caratterizzati dalla produzione di alcune sostanze, le prostaglandine, che hanno l'effetto di provocare il dolore, il che spiega come mai alla febbre si accompagnino spesso mal di testa o dolori muscolari.
    La causa più comune della febbre sono proprio le infezioni virali e batteriche, soprattutto nella stagione fredda.
    È il caso del raffreddore (che però raramente dà febbre alta) e dell'influenza, tipiche malattie dovute a virus, oppure di faringiti e bronchiti, che invece sono tipiche malattie causate da batteri.
    Finché il rialzo della temperatura è lieve (5 linee, un grado) è una questione soggettiva:
    se si sopporta questa condizione senza eccessivi disagi, non è necessario assumere per forza un farmaco che abbassi la temperatura.
    Se invece la febbre e i dolori di varia natura impediscono svolgere le normali attività, si può ricorrere agli antipiretici (antifebbrili).

    Farmaci da utilizzare
    Le sostanze più spesso impiegate per abbassare la temperatura nella febbre sono l’acido acetilsalicilico (ASA) e il paracetamolo.
    Entrambi impediscono la produzione di prostaglandine, limitando lo sviluppo dell'infiammazione e, quindi, impedendo il rialzo della temperatura e stroncando il dolore. I pirazolonici come il propifenazone sono oggi meno usati perché, a parità di efficacia, presentano effetti indesiderati piuttosto gravi (anafilassi, disturbi del sangue) anche se molto rari.

    In linea di principio il prodotto di prima scelta contro la febbre dovrebbe essere l'acido acetisalicilico, seguito dal paracetamolo in tutti i pazienti che per qualche motivo non tollerano l'ASA.
    Per i bambini, invece, il farmaco più indicato è il paracetamolo
    .Sebbene impiegati prevalentemente per combattere i dolori di diversa natura, anche gli antinfiammatori non steroidei o FANS come l'ibuprofene e il diclofenac, agendo sugli stessi meccanismi, hanno l'effetto di far calare la temperatura.
    Esistono poi prodotti che riuniscono due o più principi attivi, per esempio paracetamolo più pirazolonico, oppure acido acetilsalicilico più paracetamolo.
    Di norma i farmacologi tendono a sconsigliare queste associazioni, in quanto non ha molto senso usare assieme, a dosaggio ridotto, due sostanze che hanno lo stesso scopo.
    Molti dei prodotti impiegati per il raffreddore prevedono l'associazione degli antistaminici all'acido acetilsalicilico o al paracetamolo, ragion per cui aiutano anche a ridurre la febbre.

    Avvertenze
    Come si è detto i farmaci antifebbrili da banco curano il sintomo, non la causa:
    se dopo un paio di giorni la febbre non si limita da sé, è bene rivolgersi al medico, perché potrebbe essere dovuta non a una banale infezione virale di stagione (raffreddore o influenza) ma a una infezione batterica (per esempio la broncopolmonite) oppure a una infezione virale grave.

    Inoltre gli antipiretici non hanno effetti rilevanti su altri sintomi che accompagnano le malattie da raffreddamento e l'influenza.
    Per questi disturbi è bene rivolgersi ad altri preparati come antistaminici e decongestionanti, sedativi della tosse o mucolitici, badando che questi ultimi non contengano già ASA o paracetamolo.

    L'acido acetilsalicilico esercita un'azione irritante sullo stomaco che può provocare conseguenze più o meno serie (dal dolore di stomaco alle cosiddette ulcere a stampo); di conseguenza chi ha lo stomaco delicato farà bene a rivolgersi al paracetamolo.

    Il paracetamolo, peraltro, non è indicato per chi soffre di malattie dei reni o del fegato. Gli antinfiammatori non steroidei come l'ibuprofene condividono gli stessi effetti sullo stomaco dell'aspirina, sia pure in misura minore.

    Principi attivi
    Acido acetilsalicilico, propifenazone, paracetamolo, naproxene, ketoprofene, ibuprofene, diclofenac



    Edited by Di&Gi - 27/10/2009, 22:39
     
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  2. Di&Gi
     
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    FEBBRE ALTA

    Il nostro corpo ha una temperatura di circa 37 gradi che si mantiene costante sia quando ci troviamo in un ambiente molto caldo che in uno molto freddo. Ciò è reso possibile dall'opera instancabile di appositi centri che si trovano nel cervello.

    A volte sembra però che i centri di termoregolazione “impazziscano”: la temperatura del nostro corpo comincia a salire in maniera incontrollata e si ha il bel noto fenomeno della febbre.
    Nella maggioranza dei casi, essa insorge quando il nostro organismo è attaccato da germi.

    La febbre è un aumento di temperatura corporea oltre i limiti della normalità.

    La febbre nel bambino, ma soprattutto nel lattante, che ha un sistema di termoregolazione particolarmente labile, può comparire anche in assenza di altri disturbi o di una malattia vera e propria.
    Un ambiente troppo caldo o un eccesso di coperte o di golfini determina nel lattante una maggior perdita d'acqua o una conseguente febbre da calore anche un insufficiente apporto di liquidi nella giornata può provocare un rialzo termico: è la così detta febbre da sete o da disidratazione.
    Infine un'alimentazione troppo ricca di calorie può causare uno stato di disidratazione per un apporto di acqua relativamente insufficiente, compare allora la febbre da zucchero.



    È tuttavia importante tenere presente che la febbre può invece essere il primo sintomo di qualsiasi malattia infettiva, batterica o virale, oppure essere secondaria all'otite acuta e ad un infezione delle vie urinare.

    Cosa fare in caso di ... FEBBRE ALTA

    Se un neonato è febbricitante e non ha altri disturbi, controllare la temperatura e l'umidità dell'ambiente.
    Diminuire le coperte del letto e alleggerire il suo abbigliamento.
    Offrirgli da bere in abbondanza: the poco zuccherato e acqua non gasata. Non somministrare mai antipiretici ai lattanti senza la prescrizione del pediatra. Se si tratta di un bambino più grandicello, che ha febbre alta, è opportuno, oltre che offrirgli ripetutamente da bere, fargli assumere una complessa di aspirina o di paracetamolo.
    I consigli

    Buona regola è garantire sempre a tutti i bambini e ancora più ai più piccoli lattanti un sufficiente apporto di liquidi nella giornata. Inoltre, è opportuno, ricordare che i lattanti avendo una termoregolazione particolarmente “labile”, se non sono capaci di difendersi dal freddo, si difendono ancor meno dal caldo eccessivo e che, perciò, non debbono mai essere troppo coperti. Aver cura che l'ambiente in cui vive il lattante e la sua culla siano sempre ben aerati e mantenuti ad una giusta temperatura.
    Per valutare se una febbre o febbricola sono realmente tali, è molto importante controllare contemporaneamente la temperatura rettale (interna) e la temperatura ascellare o inguinale (esterna).

    Come si cura

    La febbre da sete o da calore non richiede alcun trattamento ad eccezione dell'apporto di liquidi o del raffreddamento della temperatura ambientale.
    La febbre persistente, secondaria ad un'infezione subdola, reagisce soltanto con la terapia specifica in genere antibiotica della malattia che l'ha provocata.
    Pertanto è sempre necessario identificarne la causa.



    scritto da una ragazza di 14 anni ...tema in classe
     
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1 replies since 27/10/2009, 08:15   2757 views
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