Aforismi di Fedor Dostoevskij

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  1. Di&Gi
     
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    Aforismi di Fedor Dostoevskij

    Quando ogni uomo avrà raggiunto la felicità, il tempo non ci sarà più.

    La civiltà ha reso l'uomo più sanguinario di quanto non lo fosse un tempo.

    Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni.

    La donna? Solo il diavolo sa cos'è.

    Si conosce un uomo dal modo in cui ride.

    Abitiamo in un paradiso, ma non ci curiamo di saperlo.

    Forse io mi credo un uomo intelligente proprio e solo per questa ragione, che in tutta la vita non m'è mai riuscito di portare a termine nulla.

    Vi sono uomini che non hanno mai ucciso, eppure sono mille volte più cattivi di chi ha assassinato sei persone.

    La verità autentica è sempre inverosimile. Per renderla più credibile, bisogna assolutamente mescolarvi un po' di menzogna.

    A volte l'uomo è straordinariamente, appassionatamente innamorato della sofferenza.

    Siamo tutti esuli dal nostro passato.

    Per un momento le bugie diventano verità.

    Il segreto dell'esistenza umana non sta soltanto nel vivere, ma anche nel sapere per che cosa si vive.

    Chi non desidera la morte del proprio padre?

    Penso che se il diavolo non esiste, ma l'ha creato l'uomo, l'ha creato a sua immagine e somiglianza.

    Per essere veramente un grand'uomo bisogna saper resistere anche al buon senso.

    Un essere che si abitua a tutto: è la migliore definizione che si possa dare dell'uomo.

    La bellezza salverà il mondo.

    È profondo come la psicologia, è una lama a doppio taglio.

    Vivere oltre i quarant'anni è di cattivo gusto.

    Mi inventavo avventure, mi creavo una vita fittizia, tanto per vivere in un mondo qualunque.

    E tutto per via della noia; l'inerzia mi schiacciava.

    Il criminale, nel momento in cui compie il delitto, è sempre un malato.

    Dicono che chi è sazio non può capire chi è affamato; io aggiungo che un affamato non capisce un altro affamato.

    L'uomo ama vedere il suo miglior amico umiliato davanti a lui.

    Eccoli gli uomini. Vanno avanti e indietro per la strada: ognuno è un mascalzone e un delinquente per natura, un idiota. Ma se sapessero che io sono un omicida e ora cercassi di evitare la prigione, si infiammerebbero tutti di nobile sdegno.

    Agli uomini attivi manca di solito l'attività superiore: voglio dire quella individuale. Essi sono attivi come funzionari, commercianti, dotti, cioè come rappresentanti di una specie, ma non come uomini affatto determinati, singoli ed unici.

    Non è che io non accetti Dio, è soltanto che in tutta umiltà Gli restituisco il biglietto.

    È pericoloso reprimere nei giovani l'orgoglioso entusiasmo.

    Vi giuro, signori, che aver coscienza di troppe cose è una malattia, una vera e propria malattia. Eppure sono convinto che non soltanto una coscienza eccessiva, ma la coscienza stessa è una malattia.

    L'arte e la rivolta non moriranno che con l'ultimo uomo.

    Nelle mie fantasie del sottosuolo non mi sono mai figurato l'amore se non come una lotta, che facevo cominciare sempre dall'odio e finire con l'asservimento morale.

    Eroe o pezzo di fango, non c'era via di mezzo per me, per l'uomo comune, dico, è vergogna infangarsi, ma l'eroe sta troppo in alto perchè si possa infangare del tutto, per conseguenza si può stare nel fango.

    Rovesciategli addosso anche tutti i beni terreni, immergetelo fino ai capelli nella felicità e anche allora lui, l'uomo, anche allora, per mera sconoscenza, per mera monellaggine, farà qualche porcheria.

    Io sono solo, mentre loro sono tutti.

    Nel caso all'uomo mancassero i mezzi, s'inventerebbe la distruzione e il caos, s'inventerebbe ogni specie di tribolazioni, ma di testa sua farebbe!

    Trascino la mia vita nel mio angolo, tenendomi la maligna e magrissima consolazione che un uomo intelligente non può in verità diventar nulla e che solo gli sciocchi diventano qualcosa.

    Meglio una cosciente inerzia! E dunque, evviva il sottosuolo!

    Per tutta la vita non mi sono neppure potuto figurare un altro genere d'amore, e sono arrivato adesso al punto di pensare talvolta che l'amore consista proprio nel diritto spontaneamente concesso dall'oggetto amato di tiranneggiarlo.

    La sofferenza è l'unico motivo della coscienza. E sebbene abbia dichiarato che secondo me la coscienza è per l'uomo è la più grande disgrazia, so però che l'uomo l'ha cara e non le scambierebbe colle maggiori soddisfazioni.

    L'uomo ama costruire, e tracciare strade, è pacifico. Ma da che viene che ami appassionatamente anche la distruzione e il caos?

    Non c'è niente di più facile che condannare un malvagio, niente di più difficile che capirlo.


    http://aforismi.meglio.it/aforismi-di.htm?
     
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